Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza maschile contro le donne

Gridiamo insieme "No al femminicidio, No alla violenza"

PALERMO, 25 novembre – Tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le Organizzazioni nazionali governative a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.

L'Assemblea Generale dell'ONU ha ufficializzato una data che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell'Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981. Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960.

Una data simbolica, in ricordo dell'assassinio avvenuto in quell'anno, nella Repubblica Domenicana, delle tre sorelle Mirabal, torturate e strangolate per la loro opposizione alla dittatura trentennale di Rafael Leonidas Trujillo. Per ribadire l'importanza civile e politica di questa ricorrenza non basta fare il conto dei femminicidi – cioè delle uccisioni di donne per motivi legati all'identità di genere (ammazzate in quanto donne) – dibattere sulla crescita o sulla diminuzione del "fenomeno", lanciare allarmi a ripetizione. In Italia viene uccisa una donna ogni 2/3 giorni, nel mondo una ogni 8 minuti. Ottocentosette sono le donne uccise in Italia tra il 2006 e il 2010, 139 nel 2011, 137 nel 2012.

Parliamo, ovviamente, di donne uccise da uomini...La morte di un numero a tre cifre (128) di donne uccise nei primi 6 mesi del 2013 per mano di mariti, compagni, familiari, conoscenti, non rappresenta che la drammatica punta dell'iceberg di una violenza di genere diffusa, capillare, quotidiana. Secondo l'Istat, in Italia le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito una qualche forma di violenza sono 6 milioni e 743mila, il 31,9% del totale: una su tre.

Appena il 18 novembre, purtroppo a due giorni dall'ultimo omicidio di una donna, è giunto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il nuovo e severo appello contro il femminicidio e l'abuso dell'immagine femminile: un richiamo forte, contro "La dilagante rappresentazione del corpo femminile come bene di consumo che rafforza fuorvianti atteggiamenti possessivi nei confronti della donna".

Per questa giornata ritengo, quindi, di dover suggerire alle comunità scolastiche, in relazione al grado di maturità degli studenti e nel rispetto della sensibilità di ognuno, la realizzazione di momenti di confronto e di riflessione sul tema della violenza sulle donne.

Diciamo tutti insieme "femminicidio", ma non è ancora abbastanza, perché ogni definizione, ancora oggi, alla luce dei terribili episodi passati alla cronaca, resta inadeguata. E allora cerchiamole insieme le parole giuste da dire, per attivare le coscienze, la società civile, le donne e gli uomini che ne fanno parte, l'infanzia che ne sarà responsabile domani.

Non basta aver firmato la Convezione di Istanbul, non bastano le leggi vecchie e nuove. Non servono le magliette con la scritta "no al femminicidio" e non cambiano nulla i concerti di beneficienza. Non servono i talk-show con vittime e carnefici ben truccati e in primo piano.

Non serve una "sola" Giornata contro la violenza sulle donne, se passerella glamour per i politici, i mestieranti, gli uomini e le donne di spettacolo. Non serve un 25 novembre a riflettori accesi, se gli altri trecentosessantaquattro giorni passano, invece, al buio!

Immaginiamo allora un grande black-out. E poi una piccola luce, e un'altra, e un'altra ancora. Mettiamo insieme le buone pratiche che attraversano il nostro Paese, da Milano a Palermo.

Mettiamo insieme l'esperienza e il lavoro invisibile dei centri antiviolenza, dei consultori, dei punti di ascolto, delle associazioni, delle cooperative, delle singole donne, e anche di molti uomini, quotidianamente impegnati nella tutela dei diritti umani di genere.

Tantissime le iniziative che uniscono il Paese in questo urlo contro la violenza sulle donne: a piazza Castelnuovo a Palermo alla vigilia di questa ricorrenza è stata riproposta l'installazione "Zapatos Rojos", dell'artista messicana Elina Chavet, Centinaia di scarpe rosse come il sangue di quella violenza che le ha zittite per sempre hanno coperto la pavimentazione. La sede Rai di Palermo promuove alle 18 una manifestazione nell'Auditorium di viale Strasburgo, durante la quale saranno numerosi gli interventi sul tema del femminicido. In programma, tra l'altro, una intervista con l'autrice e conduttrice televisiva Serena Dandini, autrice di "Ferite a Morte". Alle ore 9.30, al Teatro Gregoretti, Ivana Calabrese – responsabile Unicoop al tavolo regionale permanente per il coordinamneto dell politiche di genere – terrà un incontro per parlare di violenza ma anche di precarietà al femminile.

Al Nuovo Teatro Montevergini, via Montevergini 8, ore 21, andrà in scena "Come fossi una bambola", di Martino Lo Cascio, e al Teatro Politeama, alle 21,15 è in programma "La voce della musica contro la violenza sulle donne", organizzato dalla Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, dal Coordinamento 21Luglio e da le Onde Onlus.

Approfittiamo pure dei riflettori per gridarlo il 25 novembre, ma non dimentichiamoci di accendere ogni giorno una piccola luce, impegnandoci personalmente perché il nostro sia davvero un Paese per tutti.