Nino il gallo cyberbullo

Morale della favola: i bulli pagano a caro prezzo la loro arroganza

Nino è stato un gallo “sui generis” tra i galli bastardi, adottati da mia nonna paterna per il suo pollaio di gallinelle tenere, umili e riservate. Rivelò in maniera eclatante ed esplosiva, il suo ingresso nel pollaio di famiglia. Mia nonna si rese subito conto, a malincuore, che il nuovo gallo, acquistato a caro prezzo presso il suo solito fornitore, le avrebbe creato immani e complessi problemi, nei rapporti quotidiani con la sveglia mattutina e le sue amate galline.

Nino era un gallo prepotente, esibizionista, prevaricatore, anarchico e litigioso. Alle 3,30 della notte si esibiva con il suo stressante “chicchirichì”, svegliando tutta la famiglia in pieno sonno. Soltanto mio nonno era un fan di Nino! Lo abbracciava, lo accarezzava a lungo e lo stimolava ad ingravidare le galline. Mio padre era letteralmente impazzito perché odiava Nino e meditava oscuri propositi. Nino era un bullo sbruffone che beccava tutti i visitatori del suo pollaio, scodinzolava come un ventaglio giapponese ed aggrediva insolentemente chiunque. Re indiscusso del pollaio, si era convinto che, ad eccezione di mio nonno, fosse interdetto l’ingresso nel suo regno senza il nulla osta del suo fan preferito. Mia nonna Giovanna disperata, pregò mio padre al fine di riportare serenità nel pollaio. Apriti cielo!

Invitò a nozze il figlio, già esasperato per l’angosciosa sveglia notturna di Nino. Scoppiò la rivoluzione contro il bullismo ed il maledetto chicchirichì del gallo esibizionista. Al rigido scoccare delle 3,30 del giorno successivo, mio padre era pronto per la grande vendetta; si procurò un sacco, un lampione a petrolio e fece il suo blitz nel pollaio. Papà incappucciò e mise nel sacco Nino, trasportandolo nel pagliaio attiguo alla casa. Sigillò il sacco a dovere e ritornò a dormire felice e beato. Alle sei puntuali del mattino, fummo tutti risvegliati dalle grida di mio nonno che ripeteva come un ossesso: “Giovanna, il gallo non c’è più!”. Mia nonna finse spudoratamente la scena madre di tutte le finzioni teatrali e di rimando rispondeva al marito: “Totò, sarà nel giardino!” Mio nonno setacciò tutto il giardino nelle vicinanze del pollaio ed alla fine del film fece il suo malinconico ritorno a casa, dolcificando la sua triste amarezza con un caffè caldo preparato dalla consorte, attrice consumata. Mio padre non sapeva recitare e ben presto, con le sue risate a crepapelle, si fece intercettare come autore del sequestro del gallo Nino. Mio nonno capì subito che la sparizione del suo gallo amato era da ricondurre al figlio. Dopo il caffè caldo, preparò la doccia fredda per il figlio a base di cinghiate e schiaffoni solenni: “Dimmi dov’è il gallo o ti pesto con solenni bastonate”. Mio padre di rimando: “E’ insaccato nel pagliaio, smettila di bastonarmi come un bambino, sei un maledetto padre padrone”.

La scena poco edificante mi aveva lasciato esterrefatto, perché non capivo l’acredine di mio nonno senza se e senza ma. Decisi, ipso facto, in nome della mia tenerissima infanzia, di seppellire quel brutto ricordo e proiettare i miei pensieri verso un futuro di pace e comprensione tra genitori e figli. La giornata si concluse con la liberazione del gallo Nino e la gioia del suo padrino liberatore. Mia nonna fuori di sé, intimò a mio padre di preparare calesse e cavallo per fare ritorno a Monreale. Nel giro di un fiat, si fece ritorno nella nostra amatissima casa di via Antonio Veneziano N.154, lasciando soli soletti mio nonno ed il gallo bullo. Dopo tre giorni dall’addiaccio alla villeggiatura estiva, mio nonno fece ritorno a casa; piangeva come un bambino ed era fortemente pentito ed amareggiato: “Figlio mio, nipote mio, moglie mia, vi chiedo scusa di cuore! Per colpa di un gallo, ho commesso un grave torto verso la mia famiglia, ma ho riparato brillantemente. Tirò fuori da un involucro, il povero gallo stecchito. Rivolgendosi a mia nonna, disse categorico; Giovannina accendi la carbonella, oggi si mangia gallo in brodo! Morale della favola: prima o poi, i bulli pagano a caro prezzo la loro arroganza.

 

DAL LIBRO PARAMUTIA 2017 BY SALVINO CAPUTO _(c) Copyright e Tutti i diritti riservati ISBN E SIAE