L’amore per la Patria è il precetto numero uno contro gli sfascismi

Il Cavaliere Totò Caputo

Ricordo di mio nonno Totò Caputo, Cavaliere di Vittorio Veneto

Ho trascorso la mia infanzia fino al 1964, ascoltando, sempre in rigoroso silenzio, mio nonno paterno e le sue descrizioni particolareggiate dei racconti della prima guerra mondiale che coinvolse le principali potenze mondiali tra il luglio del 1914 e il novembre del 1918.

Questa maledetta Grande Guerra ebbe inizio il 28 luglio 1914 dopo l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo (28 giugno 1914). Da una parte si schierarono compatti e alleati la Germania, l’Impero Austro-Ungarico e l’Impero Ottomano. Sull’altro fronte si schierarono la Francia, il Regno Unito, l’Impero Russo e dal 1915 la nostra Italia. La guerra si concluse l’11 novembre del 1918, allorché la Germania firmò l’armistizio imposto dagli Alleati vincitori; dopo questa fatidica data, la geografia politica dell’Europa cambiò connotati. Mio nonno Salvatore Caputo detto Totò, venne chiamato in guerra a soli 18 anni di età; scelse di arruolarsi nel corpo dei Bersaglieri Italiani, preferendo il nucleo speciale degli “Arditi” che combattevano nei piccoli posti avanzati del fronte bellico, armati di baionetta e di un pugnale tra i denti. Prevalentemente i racconti di mio nonno erano ambientati sul Monte Grappa, che dopo la sconfitta di Caporetto, diventò il perno della difesa italiana. Fino all’età di 15 anni, in villeggiatura e in inverno, ho dovuto sciropparmi i racconti bellici del nonno. Giuro di avere sempre ammirato il suo coraggio sfrenato, ma mi metteva paura ed angoscia.

 

Mi mostrava sempre un cinturino sottratto ad un austriaco, dopo un violento corpo a corpo con la baionetta ed il pugnale. Un giorno chiesi a mio nonno: “Nonno Totò, ma non conservi alcun rimorso per gli austriaci che hai steso?” Mi rispondeva emozionato: “Figlio mio, la guerra è guerra! L’unica volta che mi sono emozionato nel duro combattimento, mi hanno tranciato la gola e mi sono risvegliato in un ospedale da campo; poi sono stato trasferito in un ospedale militare e dopo una settimana mi hanno rimpatriato nella nostra Monreale”. Sempre di rimando, gli chiedevo: “Nonno, ma tu, sinceramente, perché eri disposto anche a morire?” Mi rispondeva sempre con le lacrime agli occhi: “Amavo la mia Patria ed avrei dato la mia vita per difenderla da una guerra ingiusta”. Don Totò Caputo fu decorato con 5 medaglie d’oro al valore militare, tre croci di guerra e tre medaglie di onore sul fronte di guerra. Fu insignito dal Presidente della Repubblica Capo dell’Ordine di “Vittorio Veneto” su proposta del Ministro della Difesa del titolo di Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto. Titolo rilasciato il 24 marzo 1969 dal Presidente del Consiglio dell’Ordine G. Liuzzi.
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