La favola di Durante Alighieri detto Dante, sommo poeta fiorentino

Carissime lettrici e lettori di Monreale News nella giornata odierna riapro il ciclo delle mie favole per il 2021, narrandovi la favola più impegnativa della mia vita di letterato e scrittore di favole.

 Vi racconterò, dopo lunghe nottate trascorse in bianco per consultare fonti e cronache attendibili, la favola del Sommo Poeta Dante Alighieri, la sua vita privata, le sue passioni, i suoi vizietti, i suoi grandi amori, i suoi incarichi pubblici in politica, i suoi deliri e compromessi ed un finale a sorpresa. Dante venne registrato all’anagrafe con il seguente nome e cognome- Durante Alighieri. In un secondo tempo Durante venne sintetizzato in Dante e da quel giorno il nostro Sommo Poeta si chiamò Dante Alighieri. Per scrivere la mia favola odierna mi sono avvalso di due fonti uniche ed attendibili del Trecento, ovvero il mitico Boccaccio e Giovanni Villani, il più attendibile esperto di cronache del 300. Fin da ragazzino, Dante trascorse la sua infanzia a Porta S. Piero, un nobile quartiere snob dove vivevano banchieri e benestanti.

Fin da giovane studente, fu uno studioso appassionato del latino e dei grandi poeti e retori della letteratura latina, in primis Cicerone; il sommo poeta adorava le ragazzine e facilmente prendeva cotte su cotte! Beatrice fu la sua cotta colossale e l’ispiratrice del suo dolce stil novo e della sua Commedia Divina. Quando, dopo anni dal primo incontro, Dante incontrò per la seconda volta Beatrice si rese conto amaramente che la ragazza dei suoi sogni era convolata a nozze. Beatrice lo riconobbe e lo salutò con estrema gentilezza. Dante facendo ritorno a casa, scrisse il suo primo sonetto per Beatrice, ovvero “Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia”. Questo sonetto darà l’incipit alla Vita Nuova e resterà nei secoli a venire il sonetto più celebre di Dante Alighieri, anche se malgrado le mie aspettative, il sommo poeta usa la lingua volgare e non il latino. Quando Dante incontrò Beatrice, era un diciottenne arrapato e romantico; Beatrice era più piccola, ma sposata!
Dante nel suo percorso di studi, fu un appassionato cultore di Teologia, Filosofia ed Estetica, in parole povere, fu un pozzo di Scienza. Brunetto Latini fu il grande Maestro che insegnò a Dante, l’Arte di fare politica. Tra i più grandi amici del sommo poeta, ricordiamo Guido Cavalcanti e Giovanni Boccaccio. Nel 1290 muore Beatrice e sconvolge drammaticamente la vita del nostro poeta che per elaborare il grande lutto, comincia a scrivere la sua popolarissima Divina Commedia, l’opera più letta nella narrativa mondiale. Fine Prima Parte della Favola.
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