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L’uomo che dipingeva il silenzio

| Rosa La Rosa | Libri

Di Georgina Harding

Tinu, nato sordo e muto, è figlio illegittimo di Paraschiva, cuoca di casa dei Valeanu. Egli cresce in quella grande casa di campagna, vicina a Poiana, in Romania, appena prima dell’ultima guerra, confortato dall’amicizia spontanea, brillante e generosa di Safta, compagna di giochi che sa apprezzare il suo mutismo e percepisce la ricchezza interiore dell’amico che si esprime attraverso il disegno.

Disegno che la padrona di casa cerca di mettere a frutto per trovare lavoro a Tinu: lo conduce presso il monastero più prestigioso della Romania, dove i monaci sono dediti a fabbricare icone. Tinu avverte, però, in una notte tempestosa, il terrore per gli abiti neri dei monaci e per il buio del monastero.

L’amicizia con Safta si consolida, perché Safta non vuole mai in nessun modo e in nessun caso condizionare l’abilità dell’amico e comprende che per lui il disegno è una funzione vitale e non deve essere imbrigliata, né finalizzata ad alcuno scopo. La narrazione prende le mosse da quando, dopo la guerra, Tinu arriva in treno a Iasi e si trascina stancamente fino all’ospedale dove Safta, infermiera, lo riconosce, ma non vuole rivelare agli altri l’identità dell’amico.

Safta inizia così a rievocare un passato ricco di ricordi e di emozioni attraverso dei monologhi in presenza di Tinu. Per assurdo, la sordità di Tinu lo rende l’ascoltatore ideale affinché chi narra non abbia remore e filtri nel rivelare tutta la realtà come la ricorda. Tinu è lo specchio, il pozzo senza fondo nel quale chi narra deposita tutto se stesso senza veli.

Con questo espediente narrativo veniamo a conoscenza di una storia privata inscritta nella grande storia della seconda guerra mondiale, in una Romania prima povera, basata su un’economia rurale, e poi precipitata nel regime comunista. Assistiamo all’invasione russa, all’attesa vana dei reduci dalla Russia, dopo la battaglia di Stalingrado, all’espropriazione delle terre e delle case, al tentativo di dimenticare e alla nostalgia per un passato dorato dalla giovinezza.

La guerra travolge e stravolge le identità. I protagonisti percepiscono di diventare altro da sé e la difficoltà di narrare se stessi origina soprattutto dal trovare tanti se stessi dentro di sé. I disegni di Tinu riflettono questa evoluzione in cui ognuno può riconoscersi. Inutile dire che ci si affeziona da subito al protagonista sordo e muto che sente, comprende ed esprime molto più e molto meglio degli altri il dipanarsi degli eventi; che non giudica, ma collabora, soccorre, offre solidarietà e immortala ambienti, luoghi, stati d’animo ed eventi anche terribili di guerra.

La prosa è elegantissima e consente, come accade alla memoria, di viaggiare su e giù tra presente e passato e consente una visione olistica della moltitudine che è dentro di noi. “C’è la persona che è dentro di noi, quella che eravamo in passato e poi quella che appare agli occhi degli altri”.

Rosa La Rosa

L’uomo che dipingeva il silenzio
di Georgina Harding

Editore: Einaudi

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 3 aprile – L’ingresso del sindaco Alberto Arcidiacono in Forza Italia, con tanto di comunicato stampa corredato di foto, mossa che mancava solo del crisma dell’ufficialità, segna un preciso spartiacque nella politica recente della nostra cittadina.

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