La donna giusta

la donna giusta

Di Sàndor Màrai

Sono i protagonisti a parlare in questo romanzo di Màrai. Persone che hanno amato e sofferto e perciò si fanno ascoltare. Per prima è una donna elegante in una pasticceria di Budapest che racconta a un’altra donna di aver scoperto un giorno, per caso, un nastro viola nel portafogli del marito e di aver capito da ciò che questi la tradiva.

Da qui scatta la ricerca dell’”altra” e la scoperta sconvolgente che si tratta della cameriera che per tanti anni ha lavorato presso la famiglia ricco-borghese del marito. Sempre a Budapest, in un caffè, in una lunga notte, il marito racconta a un altro uomo della sua passione per una donna a causa della quale ha lasciato la prima moglie, il suo status, la sua casa, le sue ricchezze, la sua reputazione; se ne è fatto sistematicamente derubare e poi ne sia stato abbandonato.

All’alba, in un albergo di Roma, l’ex cameriera racconta a un suo amante batterista ungherese di esser riuscita a sposare un uomo ricco, di aver imparato come ci si comporta nell’alta società, di averne pian piano acquisito le abitudini; di aver invidiato profondamente, da proletaria, quei ricchi borghesi, soprattutto per il loro apparente distacco dalle ricchezze materiali di cui disponevano; di aver palesemente derubato il marito; di aver imparato dallo scrittore che questi frequentava che “la cultura è un riflesso condizionato”; di aver compreso che era proprio la cultura ciò che lei non poteva derubare e la vera causa del suo profondo odio di classe.

Molti anni dopo, a New York, in un bar, il batterista ungherese transfuga, che ormai non suona più, racconta a un suo amico del suo amore per questa donna indimenticabile; di aver visto il cambiamento della lotta di classe da come l’aveva vista praticare in Ungheria a come era praticata in America: non più il proletario che cerca di sottrarre ricchezze al borghese, ma, al contrario, ora sono i ricchi borghesi che fanno di tutto per costringere i proletari ad acquistare tutto ciò che essi sono in grado di vendere loro: la chiave del consumismo. La differenza fra agi e gioia. La gioia che sembra sparita dall’Europa devastata dalla guerra e che sta per sparire dall’America.

Tutte narrazioni che si intrecciano con i fatti dell’Ungheria degli anni ’40: il Partito delle Croci Frecciate, la sconfitta dell’Ungheria da parte dell’Armata Rossa, l’assedio di Budapest, la distruzione della città e il conseguente saccheggio delle case sventrate dalle bombe, la Repubblica popolare ungherese. Politica e passioni umane in un miscuglio detonante e avvincente.

Occorre chiarire, però, che per la forma letteraria prescelta, quella del monologo, specialmente nella parte in cui la serva racconta della sua vita, della casa dei ricchi presso cui ha servito, del marito e dell’intellettuale di cui si è innamorata, richiede al lettore molto allenamento alla lettura, perché più che di trama e di intreccio, si tratta di riflessioni, per quanto originali ed acute. Vale, tuttavia, in assoluto, la pena di resistere ed arrivare fino alla fine, quando il batterista, l’artista in quanto tale, tira le fila del racconto arricchendolo di connotazioni storico-politiche e profondamente umane.

Rosa La Rosa

 

La donna giusta
di Sàndor Màrai

Editore: Adelphi