Le ricette di Nefertiti

Le ricette di Nefertiti

Di Bruno Gambarotta

Ecco ci risiamo, ancora un ricettario, direte voi, un po’ stanchi e confusi dall’incredibile abbondanza di libri di ricette che vanta l’editoria italiana (solo nel 2011 sono stati pubblicati ben 700 libri di cucina, e, neanche a dirlo, a Natale il libro più venduto è stato un ricettario). Tranquilli, cari lettori, questo libro non è altro che un buon pretesto per ridere in maniera discreta e sorniona della nostra società italiana.

Bruno Gambarotta, con la scusa dell’Egitto dei faraoni ( non quello di Sharm el Sheyk) ironizza sottilmente con un certo tipo di cultura odierna. La storia è ambientata a Torino dove un egittologo del Museo Egizio, nel catalogare una donazione ritenuta senza valore, scopre dodici papiri che sarebbero “nientepopodimenoché” il ricettario di Nefertiti.

Ma, per una sorta di vendetta della moglie dell’ignaro egittologo, questi papiri vanno a finire in regalo a dodici donne della Torino bene. Il libro, quindi, narra le avventure del professor Paolo Maria Barbarasa (l’egittologo, appunto) che cerca di recuperare i dodici preziosi reperti.

Gli ingredienti principali del racconto sono le ricette afrodisiache della regina Nefertiti, ma è inutile che tentiate di cucinare succulenti manicaretti, immaginando piacevoli risvolti erotici. La storia vi trascinerà rapidamente sulle tracce del mistero da svelare: le ricette sono scomparse e il povero professor Barbarasa ha pochissimo tempo per recuperarle.

Altro non meno stuzzicante ingrediente è l’allusione sommessa, ma esplicita, alla società contemporanea: ci sono personaggi e situazioni riconoscibili, altri che rappresentano il paradosso della vita moderna, come ad esempio l’artista che vive sulle nuvole ed è praticamente intollerante a ogni cibo, la donna senza figli che darebbe tutto per i cani, la virago impegnata in politica, la moglie fedele che, però, ha l’amante.

Tutto il libro è permeato da un certo erotismo, e una continua elegante ironia, preannunciati fin dalla copertina, nella quale troneggia la regina Nefertiti davanti ad un piatto di spaghetti sotto il titolo che ci annuncia che trattasi di 12 ricette afrodisiache. (A proposito, per gli antichi egizi era la lattuga il massimo del cibo afrodisiaco).

Ben presto, però, scopriremo che le ricette sono afrodisiache non perché si utilizzino alcuni cibi ritenuti coadiuvanti dell’amore, ma perché sono proprio alcune fantasie erotiche che danno il via all’intera narrazione. Infine, la lettura è piacevole perché il libro è scritto con grande cultura, ma con uno stile semplice e accattivante, utilizzando un linguaggio fluido e godibile.

Caterina Puleo

 

Le ricette di Nefertiti
di Bruno Gambarotta

Editore: Garzanti