Un sultano a Palermo

sultano

Di Tariq Ali

E’ un romanzo storico dal sapore di favola, scritto nello stile delle “Mille e una notte”. L’autore, Tariq Ali di origine pakistana, ha studiato a Oxford e vive tuttora a Londra. Nei suoi scritti affronta il divario millenario fra la cultura musulmana e quella cristiana, è un profondo conoscitore delle vicende storiche che hanno caratterizzato il bacino del mediterraneo agli albori del medioevo.

Ci conduce nel periodo in cui Palermo e la Sicilia vivevano un’era di splendore culturale ed economico, frutto del connubio della dominazione araba e di quella del re normanno Ruggero II d’Altavilla. Protagonista del romanzo è il famoso scienziato, geografo, cartografo e medico dal nome lunghissimo, ma che i più conoscono come al- Idrisi o Edrisi: c’è oggi una strada a ridosso della Zisa a Palermo che porta il suo nome.

Fu chiamato a corte dal re Ruggero II di Sicilia e incaricato di redigere una raccolta di carte geografiche note con il titolo “Il libro di Ruggero”. Questa opera, è un'eccezionale testimonianza della cultura geografica del XII secolo, mostra come le conoscenze geografiche d'Idrisi travalicassero di gran lunga quelle dell'epoca e contiene tutte le informazioni raccolte nel corso dei suoi viaggi attraverso il Mediterraneo, nonché i resoconti dei viaggiatori siciliani.

Alla corte normanna Idrisi, che è amico e consigliere del re, ha appena finito il trattato di geografia che Rujari gli ha commissionato; il re ne è felice e soddisfatto, ma ormai è vecchio e malato, non gli resta molto da vivere, i Baroni normanni e i vescovi tramano per scatenare una battaglia contro i musulmani rei di professare una religione diversa, ma in realtà colpevoli di possedere beni e terre che fanno gola ai signori cristiani.

Ruggero predilige l’abbigliamento arabo, si muove nel suo splendido palazzo reale tra le stanze mosaicate (che tuttora conosciamo), raggiunge il suo harem, intrattiene gli ospiti nei giardini freschi e ombrosi. Il re normanno ha creato una Palermo multiculturale, tollerante nei confronti delle religioni e della scienza, la città risplende di chiese cristiane, moschee e sinagoghe, i giardini profumano delle nuove piante portate dall’oriente: zagare e gelsomini crescono fra laghetti e vie d’acqua che abbelliscono i palazzi.

Nella ricca Palermo, centro del commercio mediterraneo, si parlano diverse lingue: il latino, il greco, l’arabo, l’ebraico, il normanno dall’aspro suono germanico, e i primi idiomi di volgare italiano parlati dai mercanti delle repubbliche marinare che in città aprono i loro fondachi. Palermo è anche centro di cultura internazionale, gli studiosi dell’epoca vi soggiornano, la biblioteca del palazzo reale e le biblioteche private conservano tesori inestimabili tra cui anche il favoleggiato manoscritto postumo di “ Al Homa” (Omero).

Ma la prosperità, la pace e la cultura mal si sposano con l’avidità e la sete di potere tese alla sopraffazione perpetrata dal vincitore di turno. La bella Sicilia multiculturale rimarrà un fulgido sogno (in parte rinnovato dallo svevo Federico II) e il bagno di sangue scatenato dai feudatari normanni costringerà il nobile Idrisi a fuggire dall’isola.

La vicenda si snoda con piacevole lentezza tra resoconti di viaggi, visioni fantastiche, dialoghi brillanti tra amici, consorti e amanti più o meno segreti, tra padri e figli e personaggi che cercano una via di salvezza per le comunità più deboli. L’attenta ricerca storica alla base del romanzo rende questo libro particolarmente attraente al pubblico, che ritrova un pezzetto del passato siciliano e dell’Italia meridionale che incarna le radici lontane di conflitti ideologici attuali. Il libro è anche un’occasione per passeggiare nel centro di Palermo e ritrovare le testimonianze storiche e artistiche arabo-normanne che in questa città trassero origine in quel lontano periodo.

Caterina Puleo

 

Un sultano a Palermo
di Tariq Ali

Editore: Baldini Castoldi Dalai Editore