Il nostro agente all’Avana

Il nostro agente all’Avana

Di Graham Greene

Se la vostra vita ruota attorno ad un modesto esercizio commerciale e all’affetto per un’ unica bellissima figlia diciassettenne oggetto di continui apprezzamenti, in più, vivete in un’isola splendida, ricca di musica e bellezza, ma la stessa è anche un posto pericoloso poiché al centro di traffici internazionali, e vi proponessero un’attività non semplice ma lucrosa, cosa fareste? No, non siamo in Sicilia, a Palermo, ma a Cuba esattamente all’Avana nel 1959, durante gli ultimi giorni del governo di Batista, quando Fidel Castro combatteva alla macchia e non aveva ancora preso il potere.

“Vivere all’Avana era come vivere in una fabbrica che sfornava bellezza umana dalla catena di montaggio”. Ecco le parole che l’Autore fa dire al protagonista, nel definire l’incanto di Cuba, che all’epoca era anche un luogo dove agivano i servizi segreti delle maggiori potenze mondiali.

Il romanzo racconta infatti la storia di un quasi agente segreto al sevizio di “Sua Maestà Britannica”. Non aspettatevi però uno 007 con un abito impeccabile, sguardo conquistatore, “tombeur des fammes”, sempre padrone di sé in qualsiasi situazione e fornito di tutti i congegni più sofisticati; potreste restare delusi, ma senz’altro divertiti.

Mr Wormold è un inglese trapiantato a Cuba che gestisce con poco successo un negozio di apparecchiature aspirapolvere, colleziona bottigliette mignon di whisky, non guadagna molto e deve fare i conti con la sua amata, splendida figlia Milly, una apparentemente ingenua ragazza di 17 anni, cattolicissima, che definisce “pagani” i protestanti agnostici come suo padre. Milly, malgrado le fervide preghiere alle quali assolve con pignola puntualità, ama gli aspetti piacevoli della vita, e spende con allegria anche più di quel poco denaro che il padre non osa negarle.

Il dottor Hasselbacher è un medico piuttosto attempato, di origini tedesche, egli non esercita più di tanto la professione ed è molto legato alle bottiglie di rum o gin o qualsiasi altro superalcolico che si possa bere in compagnia o al limite da soli; amico di Mr. Wormold, ne è il fidato consigliere. Altro personaggio fondamentale del romanzo è il capitano Segura, capo della polizia, tristo figuro innamorato di Milly, che divide la gente in “torturabili” e “non torturabili”: la voce del popolo assicura che possiede un porta sigarillos di pelle umana.

In questa calda, variegata e pericolosa Avana, dove i pochi ricchi vivono senza pensieri e il resto del popolo vive più o meno di equivoci espedienti, arriva da Londra Mr. Hawthorne, elegante nel completo coloniale immacolato, agente segretissimo, che recluta l’ignaro e recalcitrante Wormold come agente del contro spionaggio inglese, confidando proprio sul suo commercio di innocenti e anonimi aspirapolvere e sul suo bisogno di danaro.

La vicenda va avanti in modo quanto mai divertente, perfetta sintesi di “humor” inglese e di pungente polemica sociale. Wormold prova a fare l’agente segreto: invia pseudo informazioni, disegni di improbabili apparecchiature segrete, recluta sulla carta altri agenti collaboratori, comunica attraverso un codice ricavato da un innocente libro di racconti shakespeariani di Lamb, e soprattutto, riceve in cambio il danaro che egli deposita in banca per il futuro della figlia. Wormold, mette in moto quindi una macchina più grande di lui e che alla fine a fatica riesce a gestire, non senza qualche aspetto tragico.

Alla fine, il protagonista, riesce a tornare a Londra con la figlia e con la speranza di una nuova vita, diventando addirittura un funzionario dei servizi segreti inglesi con blande e fumose mansioni. Tra gli episodi più superbamente comici da ricordare: la scena della persuasione e del reclutamento di Wormold che si svolge nel bagno di un bar dell’Avana, l’umiliazione subita dal Capitano Segura al “Tropicana” durante la festa di compleanno di Milly, tutta giocata su sguardi complici e una straordinaria partita a dama che segna l’apice delle manovre di Wormold per mettere fine alla sua pericolosa avventura.

Da evidenziare che l’intreccio non è solo un pretesto per una satira sottile e caustica, ma fornisce a Graham Greene, l’autore, anche lo spunto per un’affettuosa difesa dei diritti dei più deboli, costantemente soverchiati dagli incomprensibili intrighi dei potenti e dalle loro ipocrite ideologie. Se dopo aver letto il libro volete vedere un film “vintage” sappiate che dal romanzo è stata tratta una deliziosa pellicola degli anni 60’, il film omonimo (Our agent in Havana), è diretto da Carol Reed ed interpretato da Alec Guinness, Maureen O‘Hara, Ernie Kovacs.

Caterina Puleo

Il nostro agente all’Avana
di Graham Greene

Editore: Mondadori