La doppia vita dei numeri

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Di Erri De Luca

Chi non ha nella memoria le tombolate di Natale in famiglia? Era un momento che da bambini aspettavamo per divertirci, ridere e vincere qualche soldo e da grandi solo per stare insieme allegramente. Era una liturgia perfetta in cui il gioco era l’ultima cosa a cui si pensasse e contava, invece, la frecciata, la battuta sagace, il saper colpire senza ferire e il saper incassare rispondendo al fuoco con arguzia, trasformando lo svantaggio in un affondo divergente che cementava le relazioni familiari.

La tombola napoletana, in cui ogni numero ha “la smorfia”, ci tiene col fiato sospeso in una notte di capodanno in cui fratello e sorella, orfani, nascondono neanche troppo bene la mancanza dei genitori ed evocano la loro presenza con mezze frasi appena accennate.

Ma il miracolo è che in scena appaiono veramente i genitori e, non sentiti e non visti, partecipano alla serata, intervengono nel gioco, animano la disputa, riaccendono vecchie polemiche, parteggiano per l’uno o per l’altro facendoci divertire e, inevitabilmente, ricordare dei nostri genitori il cui comportamento non sarebbe stato molto diverso.

Va detto che “lui”, il fratello, è uno scrittore, perciò, ogni volta che esce un numero, che con la sua smorfia diventa un personaggio, deve inventare (glielo intima la sorella!) una storia relativa al personaggio. Ne risulta un intrigo esilarante dal quale “lui”, l’autore del testo improvvisato non riesce a districarsi dopo l’ingresso dei primi cinque o sei personaggi.

Opera di teatro, breve e gustosissima, preceduta da una prefazione in cui l’Autore, doverosamente, rende omaggio a Edoardo, affermando di ammirarlo e di guardarsi bene dall’imitarlo o dal commentarlo come regista, ma soprattutto come attore. Non c’è niente da fare: l’effetto predittivo è assoluto, poiché la “mamma” dice, a un tratto: “Crede che noi abbiamo il potere di fare uscire i numeri.

I numeri siamo noi e veniamo estratti ogni volta che uno si ricorda di noi e ci nomina.” Tanto di cappello! E’ proprio ciò che mi succede a Natale, giocando a tombola: mi ritrovo a giocare con mio padre che non c’è più da tanto tempo e ridere ancora della sua maniera creativa e improvvisata di “smorfiare” i numeri, tranne, poi, a rimproverarci, perché non sapevamo di quale numero si trattasse. Scenetta affascinante, filosofica, divertente e saggia come può esserlo la scrittura di un grande napoletano.

Rosa La Rosa

La doppia vita dei numeri
di Erri De Luca

Editore: Feltrinelli