Un covo di vipere

covo di vipere

Di Andrea Camilleri

Capita a tutti di svegliarsi da un bel sogno e il ritorno alla realtà è allora drammatico. Il commissario Montalbano si risveglia una mattina per il fischio di quello che crede un uccello del paradiso, sceso dai rami di quella che gli appariva in sogno una foresta magnifica.

Ma a fischiare è uno strano barbone, colto e gentile cui Montalbano, spontaneamente e senza tanto rifletterci su, offre una doccia e una camicia pulita.

Il barbone vive in una grotta vicino a Vigata ed esce di scena rapidamente e oniricamente, come vi era entrato, per lasciare Montalbano nei guai di una caso davvero intricato, perché il ragioniere Cosimo Barletta è stato ucciso due volte: prima avvelenato e poi “sparato”.

Ma il vero guaio è che la vittima era praticamente odiata da tutti coloro che la conoscevano: usuraio, strozzino, donnaiolo senza scrupoli, con predilezione per le giovanissime, mentitore, opportunista, profittatore, ricattatore … in altri tempi avremmo detto che era un buon candidato alla presidenza del Consiglio!

Montalbano interroga i familiari e ciascuno ha degli ottimi motivi per ucciderlo, ma è la stessa cosa per colleghi, vicini di casa, negozianti, povera gente trovatasi sul lastrico all’improvviso e sfruttata e minacciata dal ragioniere.

Ma l’indagine si avvita tra un testamento che non si ritrova, la personalità del figlio che non nasconde di odiare il padre e l’atteggiamento ambiguo e indecifrabile della figlia. La storia è farcita anche dei soliti scontri e punzecchiature con Livia, molto interessata al barbone che vive nella grotta e sarà proprio il barbone a confermare alla fine i sospetti di Montalbano, fornendogli la chiave risolutiva del caso.

La soluzione era a portata di mano, ma faceva paura e inconsciamente Montalbano la rimuoveva. Viene in mente anche al lettore, ma si è davvero portati a escluderla, per l’orrore che essa genera in qualunque persona normale. Montalbano, come sempre, non giudica, ma a malincuore accetta la soluzione che approfondisce di molto la conoscenza dell’essere umano, come solo sa fare la tragedia greca.

Rosa La Rosa

Un covo di vipere
di Andrea Camilleri

Editore: Sellerio