Più “scuro” di mezzanotte non può fare

fumetto di Totò Caltagirone

Avevo scelto di tacere, di rimanere in religioso silenzio, si fa per dire, in attesa di conoscere come sarebbe andata a finire. Una attesa vana. E’ finita male, anzi malissimo!

Alle 23.59 di lunedì, tutti in attesa come Cenerentola che torna a casa prima della mezzanotte e che perde la scarpina. Ma noi un minuto dopo la mezzanotte non abbiamo perso la scarpina, abbiamo definitivamente perso quella dignità di tifosi che avevamo conservato insieme alla speranza di rimanere nel calcio che conta. Il Palermo e i palermitani cancellati, oltraggiati, presi per i fondelli da un manipolo di avvoltoi che in questi anni hanno svolazzato sopra la preda ferita in attesa che questa esalasse l’ultimo respiro. E se la “preda” ha resistito, tutto questo tempo è proprio grazie all’amorevole attenzione di quei pochi tifosi che non l’hanno mai abbandonata e che sono rimasti al capezzale, come si conviene a chi tiene ad una persona cara. Meglio così? Forse. Perché soffrire se non vi sono speranze?.

Dura da digerire, ma è così. Difficile da credere, ma è successo. Quanto tempo basta per non morire d’amore insieme alla cosa più cara che hai? Passerà? Forse no, fino a quando saranno vivi i ricordi sembrerà impossibile staccare la mente dal pensiero del fallimento. Sarà difficile elaborare la perdita di una presenza che faceva parte della tua vita. Molto difficile. Una ferita che, da ora in poi, si aprirà ogni domenica e durante la quale ci chiederemo sistematicamente, ne sono sicuro: “Chi ni finiu mali!“Megghiu u tintu canusciutu ca u bonu a canusciri”. Pensare che ognuno di noi si andava convincendo che il buono era arrivato, che eravamo sulla via giusta del rilancio. Il mitico Tuttolomondo “incazzusu” con tutti, guai a mettere in discussione il suo alto operato. Ce ne stavamo convincendo che era la strada giusta. Uno che avrebbe lottato, pure contro il sindaco Orlando, per i colori rosanero. Ecco, uno come lui faceva al caso nostro. Appena chiunque si permetteva di avere un dubbio sulla sua serietà e professionalità Totò “ci satava nta facci”.

Perchè se faceva così era perchè sapeva il fatto suo. Il fatto suo: proprio qui sta la chiave di tutto. Il fatto suo lo sapeva solo lui e forse un mercante friulano passato da queste parti. A noi non è dato di sapere nulla, noi continueremo ad essere conquistati ed invasi da stranieri, lestofanti e ciarlatani che faranno di noi carne da macello. E’ questa la nostra storia: ci resta solo la speranza che la scarpina di Cenerentola la raccolga uno come Federico II e non un mercante avido o ancora peggio senza soldi. Non ci pensiamo più e aspettiamo Natale perché col Mercante in fiera almeno ci divertiremo.