Giovani e anziani insieme per uscire dal tunnel del virus

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
“Gli anziani sono le nostre radici, ci hanno dato la fede, la tradizione, il senso di appartenenza alla Patria. Sono come il succo delle radici che fa crescere l’albero e dare fiori e frutti.” Con queste intense e sentite espressioni Papa Francesco, in questo tempo in cui la pandemia si è diffusa con grande aggressività, ha recentemente sollecitato le istituzioni a prendersi cura degli anziani e di coloro che sono in difficoltà economiche.

Essi, infatti, sono i più fragili ed i più indifesi ed Il loro sentimento dominante è lo smarrimento, un profondo senso di vuoto e di incertezza che porta alla rassegnazione, alla stanchezza, alla perdita dello scopo per cui vivere.
In alcune circostanze è sembrato emergere un senso di rifiuto e di indifferenza nei loro confronti che ha ignorato che ogni anziano, uomo o donna, qualunque siano le sue condizioni economiche e sociali e le sue origini, è un valore assoluto e rappresenta un tesoro prezioso avendo alle spalle tanti anni di vita, di esperienza, di storia ed essendo portatore di valori di solidarietà e di sacrificio.
E’ appena il caso di ricordare la testimonianza di molti medici ed infermieri in pensione che hanno risposto positivamente all’appello delle autorità di fornire un prezioso supporto ai colleghi impegnati in prima linea, pagando un costo altissimo per il loro altruismo e la loro generosità.
Analogo sentimento di smarrimento e di incertezza per il loro futuro pervade oggi i giovani, molti dei quali si sono inizialmente mostrati più sensibili alla movida ed indifferenti e disinteressati ai pericoli del virus, non seguendo le prescrizioni di rimanere a casa ed evitare assembramenti., forse anche per le contraddittorie informazioni ricevute.

Oggi è più diffusa la consapevolezza che solo insieme, giovani ed anziani, possiamo uscire dal tunnel in cui il virus ci ha cacciati. Ho avuto modo, in altra circostanza, di affermare che i giovani costituiscono una risorsa insostituibile per la loro capacità di stare sulla strada con tutte le loro energie e captare i bisogni e le fatiche del territorio, per il loro senso civico, per la loro tensione ad agire, a progettare, ad innovare. Ne sono una testimonianza gli importanti risultati ottenuti nella ricerca di nuovi strumenti tecnologici per combattere il virus con armi più appropriate, ad esempio le App capaci di tracciare ed isolare rapidamente la filiera di contatti avuti da soggetti positivi.

In questi difficili giorni, anche nella nostra città, come più volte riportato dai quotidiani locali, molti giovani, espressione del mondo del volontariato, dell’associazionismo, del terzo settore stanno mostrando sentimenti di condivisione, di altruismo, di solidarietà, di massima attenzione alle conseguenze più drammatiche che la pandemia sta provocando sui più deboli e vulnerabili.
Piuttosto che auto-confinarsi nelle proprie personali sicurezze, rivolgendo prevalentemente l’attenzione su se stessi, sulla propria casa, essi hanno donato ai più deboli il loro tempo ed il loro senso di appartenenza ad una comunità.

 La nostra città ha bisogno dei giovani, del loro entusiasmo, della loro gioia di vivere con gli altri e per gli altri, della loro voglia di autenticità, anche nella cosiddetta fase 2 che speriamo venga avviata al più presto. La lotta contro il virus, infatti, richiede una solida interdipendenza fra anziani e giovani; solo un patto intergenerazionale, potrà garantire una comunità forte e coesa, capace di guardare con fiducia al proprio futuro.