Pandemia e disuguaglianze sociali

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
abbiamo tutti imparato a dire che “nessuno si salva da solo”. Ma non a farlo per davvero. Generalmente non facciamo con la dovuta giustizia ed umanità ciò che diciamo di voler fare.

Per i sociologi sono soprattutto gli individui di status sociale elevato ad essere più egoisti e ad esprimere meno compassione per le sofferenze altrui e a cercare di mantenere il proprio vantaggio nella società. Il virus ha aumentato le fortune dei ceti sociali più privilegiati e provocato un peggioramento delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione. Anche i propositi di solidarietà emersi nella prima fase della pandemia tra i popoli e le Nazioni sono stati in buona parte disattesi.
I vaccini stanno arrivando, ma non per tutti come era stato promesso, vanificando così l’appello di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica per una destinazione universale dei rimedi anti-pandemia. Si avverte così sempre più l’esigenza di dare vita ad un meccanismo di solidarietà tra le regioni anche se c’è chi è arrivato ad ipotizzare addirittura la distribuzione del vaccino tenendo conto del reddito di ogni regione.
Nel Sud del pianeta solo uno su dieci sarà immunizzato provocando dolore e morte nelle fasce sociali più povere. Diversi analisti affermano che il 2021 sarà l’anno della disuguaglianza vaccinale e sociale che potrà determinare anche una vera e propria catastrofe economica. In particolare la sociologa Chiara Volpato ritiene che la pandemia lascerà una società ancora più incerta, impaurita, violenta e disuguale.
E’ ancora difficile descrivere tutti gli effetti negativi provocati dalla pandemia Covid-19 ma è certo che le conseguenze non saranno solamente economiche. Il pedagogista Daniele Novara, ad esempio, ritiene che il virus sta rafforzando le disuguaglianze già esistenti nel mondo scolastico dove l’istruzione non è offerta nella stessa qualità e quantità ai bambini fin dai primi anni di vita. Questo svantaggio si concentra soprattutto al Sud e nelle aree interne dove maggiore è la dispersione scolastica. Sono state inoltre già evidenziate le difficoltà che incontrano molti ragazzi nel seguire con profitto le lezioni impartite a distanza e ancor di più coloro che soffrono di qualche forma di disabilità. Il venir meno dell’insegnamento in presenza nella scuola e nell’università, senza “il filtro educativo e riflessivo” rappresentato dai docenti e dai compagni, sembra favorire una informazione acritica e semplicistica, lontana da una vera e solida cultura.
Sono dunque i giovani ad essere destinati ad un futuro con prevalenti stati d’animo di incertezza, difficoltà di concentrazione, irritabilità, ansia, apatia, scoraggiamento, solitudine. Una condizione mentale caratterizzata da sentimenti di vuoto interiore, di mancanza di significato della vita, di diffidenza verso il prossimo, di perdita di valori morali e religiosi.
Molto opportuno, dunque, appare il riferimento del Papa a  "dei ristori per l’animo” che possano favorire un vaccino per la mente ed i cuore, un vaccino i cui elementi costitutivi siano il sapere e la conoscenza, ma anche l’altruismo, la gratuità, l’empatia, la capacità di prendersi cura di sé, degli altri e del creato.
Solo in tal modo, nonostante le tante delusioni e difficoltà dovute al virus, potremo contare sull’impegno di comunità che con determinazione opereranno per un mondo più unito, solidale ed umano.