Monsignor Pennisi, un Pastore di grande umanità e magnanimità

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
essendo ormai imminente l’insediamento nella nostra diocesi del nuovo vescovo monsignor Gualtiero Isacchi, vorrei offrire questa mia breve riflessione per esprimere sentimenti di gratitudine a monsignor Michele Pennisi, un Pastore che, a mio modesto avviso, ha svolto il suo prezioso ministero episcopale con profonda umanità e magnanimità.

 Nel maggio del 2013 ero ancora in servizio come dirigente della scuola “Pietro Novelli” ed ho avuto il piacere di invitare monsignor Michele Pennisi, da qualche mese arcivescovo della nostra diocesi. Fu un invito che il Presule accettò ben volentieri. In quell’occasione mi colpì molto per la sua umiltà, per il ricordo commosso del suo paese natio e dei suoi genitori, per il linguaggio non formale ma semplice ed efficace, per la sua padronanza delle problematiche scolastiche, per la sua sensibilità nei confronti delle disabilità. Questa stima si è consolidata nel tempo nel constatare personalmente la sua concreta vicinanza e la sua generosità nell’aiutare senza ostentazione alcuna le famiglie con difficoltà economiche, la sua paterna presenza nei luoghi dove più intensa è la sofferenza ed il dolore, la sua particolare attenzione e determinazione nell’affrontare le criticità del mondo del lavoro, degli anziani soli ed emarginati, i suoi accorati appelli ai giovani a non farsi rubare la bellezza e la spontaneità delle relazioni soprattutto durante il dramma della pandemia.

Ho apprezzato molto anche il suo instancabile impegno per una presenza sempre più incisiva dei cattolici in politica. Anzi, si può ben dire che la dimensione dell’impegno politico è per mons. Pennisi un aspetto fondamentale dell’esperienza umana, qualcosa che non può non interrogare la coscienza dei credenti. Senza ombra di dubbio è il cattolicesimo democratico il quadro valoriale in cui continua a trovare riferimento ancora oggi il suo impegno. Seguendo l’esempio di don Luigi Sturzo e del fratello vescovo mons. Mario Sturzo del cui pensiero è stimato ed apprezzato studioso, mons. Pennisi è stato instancabile nell’affermare la necessità di dotare i giovani di una forte carica ideale e morale per un impegno civile serio e competente.
Fin dall’inizio del suo episcopato ha dimostrato di avere piena consapevolezza di operare in un territorio ad alta densità mafiosa. Forti e decisi i suoi appelli ad una chiara coscienza di radicale incompatibilità tra mafia e vita cristiana.

Ci ha anche ricordato che proprio dove ha abbondato la presenza di mafiosi, ha sovrabbondato la presenza positiva di personalità spirituali che si sono spese generosamente per il bene di tutti. Per monsignor Pennisi la cifra fondamentale delle nostre comunità non è la presenza della mafia ma quella delle tante figure di santità che si sono distinte nel corso dei secoli nei vari comuni della nostra diocesi, come Pina Suriano di Partinico, Maria Di Gesù Santocanale di Cinisi, Giovanni Bacile di Bisacquino, Suor Maria Cira Destro di Corleone, figure che sono l’espressione più genuina della storia e della cultura del nostro popolo.

A monsignor Michele Pennisi che ha deciso di ritornare nel suo paese di origine, Grammichele, l’augurio che possa continuare ad assicurare ancora per tanti anni la sua paterna sollecitudine ad una umanità sempre più confusa e disorientata in questa assurda stagione di guerra.