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L’ignavia dello Stato, il male peggiore

| Romina Lo Piccolo | L'opinione
fumetto di Romina Lo Piccolo

Abbiamo tutti la coscienza più pesante dopo quel tragico, da ora e per sempre incancellabile, sabato notte di sangue.

Perché i nostri ragazzi sono stati barbaramente uccisi da un sistema di cui tutta la società è ignominiosamente responsabile.
E non ci vengano a parlare di psicoconseguenze da pandemia o di quell'abusata emergenza educativa che non è più tale ormai da quando si è radicata come un cancro nel tessuto sociale in cui siamo calati tutti.
Non dovevano essere questi i frutti del 92, la speranza di quei semi che altri sacrifici avevano lasciato. Al loro posto, germogli di sangue e di piombo si sono irrobustiti in un humus sociale fertilizzato da indifferenza, vuoto culturale, mitizzazione di archetipi di prepotenza e sopraffazione e monopolio comunicativo dei nuovi media digitali. Ci abbiamo provato ad arginare questa deriva, che è sociale e culturale.

La scuola ha combattuto con forza la dispersione e l'abbandono scolastico. Tante parrocchie e tante associazioni illuminate hanno offerto modelli culturali alternativi a quelli che si nutrono di ignoranza, illeciti e malaffare.
Ma la lotta è impari perché le istituzioni politiche, da parecchio tempo ormai, hanno preferito girarsi dall'altra parte! Da troppo tempo il sabato sera, a cominciare da Palermo, è, risaputamente, costellato di risse e tavoli lanciati in aria. Ma continua ad accadere, come se fosse la norma. Da troppo tempo le piazze di spaccio hanno sedi fisse note a ragazzi e ad adulti. Ma si continua a spacciare, sempre negli stessi posti. Da troppo tempo scippi, furti e delinquenza si verificano indisturbatamente. Sembra che tutto scorra, come le acque reflue. Nessuna prevenzione. Nessun intervento decisivo da parte delle istituzioni.
Da troppo tempo i nuovi palcoscenici di tik tok e Instagram ospitano tizi che si mettono in mostra con le armi in mano compiacendosi di “mise” psuedomafiose. Nessun divieto da parte di chi supervisiona i social media.

Da troppo tempo in quell'enclave dell'illegalità che è lo Zen si acquistano armi con la facilità con cui si compra un semprefresco. Ma quel quartiere, si sa, ha le sue leggi! E lo stato? Cosa fa? Sta a guardare?
Probabilmente sì ,a considerare il successo di Mare Fuori, di Gomorra e delle note neomelodiche che inneggiano all'odio, alla sopraffazione, alla misoginia, alla violenza, con l'effetto deviante di normalizzare comportamenti criminali.

In uno scenario del genere, cronicizzato da omissioni e indulgenza, in quale futuro possono sperare i nostri giovani? Stiamo consegnando loro un mondo povero. Povero di onestà, povero di conoscenza, povero di bellezza. Un mondo che cresce sull'indifferenza alla cultura del crimine e dell'illegalità.
Aveva ben ragione il vecchio Dante a considerare gli ignavi i peggiori peccatori, indegni persino dell'inferno! E in questa nostra società, l'ignavia è uno dei mali peggiori, consiste in quella viltà che paralizza l'azione e il cambiamento, consiste nel silenzio delle istituzioni, nella mancanza di interventi concreti.
Perché per cambiare le cose ci vuole coraggio. Proprio come hanno dimostrato Andrea, Salvo e Massimo, che ignavi non sono stati, ma che questo coraggio, poveri ragazzi, l'hanno pagato col sangue.

· Enzo Ganci · Editoriali

Non occorre essere dei navigati sociologi o degli esperti psicologi per capire quale sia il sentimento comune che alberga, ormai da domenica scorsa, nel cuore di ogni monrealese.

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