L’anno scolastico alle porte, anche a Monreale tanti insegnanti aggrappati alla speranza dell’assegnazione provvisoria

Per alcuni è l’ultima spiaggia per evitare sgraditi trasferimenti presso sedi distanti

MONREALE, 30 agosto – L’avvio di un nuovo anno scolastico è preceduto da tanti adempimenti, ma anche da tante aspettative. Chi fa parte del mondo della scuola sa bene che luglio e agosto sono mesi “caldi”, soprattutto per chi aspetta un sospirato trasferimento o un agognato inserimento in ruolo che è il percorso obbligato che sancisce il passaggio da docente supplente a insegnante titolare.

La legge 107 del 2015, meglio nota come “Buona scuola”, ha permesso l’inserimento nei ranghi scolastici di un “esercito” di docenti. Tuttavia, com’è noto, la nomina precludeva la possibilità di scegliere la provincia o la regione nella quale essere assegnsati e l’accettazione dell’incarico ha imposto a migliaia di insegnanti di lasciare casa e affetti per trasferirsi dove necessario per ottenere il posto di lavoro. È comprensibile quindi che, in questo contesto, l’attesa di un trasferimento non è vista come bisogno di maggior comfort, ma come possibilità di modulare la propria quotidianità secondo modalità che non travolgano l’assetto domestico e familiare.
Per chi non avesse ottenuto il sospirato trasferimento, esiste un’ultima possibilità per avere una sede vicino casa: chiedere l’assegnazione provvisoria presso una scuola che si trovi nella provincia di residenza. Si tratta di un provvedimento straordinario che ha durata annuale e la cui pubblicazione è attesa prima dell’inizio dell’anno scolastico.
Per ragioni sicuramente di carattere socio-economico questa problematica è più diffusa al sud e la nostra provincia non fa eccezione. Ecco perché in questi giorni moltissime famiglie del territorio stanno col fiato sospeso e attendono la pubblicazione sul sito dell’ufficio scolastico provinciale delle graduatorie definitive con l’eventuale assegnazione di sede provvisoria.
La mancata assegnazione di una sede nei pressi della propria casa comporterebbe un anno di continui viaggi o, nel peggiore dei casi, un trasferimento dell’intero nucleo familiare presso la sede di titolarità.