L'Atletico fa il suo dovere, ma che brivido nel finale!

Contro il Favignana finisce addirittura 10-6 per un Atletico a luci e ombre. LE FOTO

MONREALE, 11 gennaio – Non poteva andare diversamente. O meglio, non doveva andare diversamente. Contro l'ultima in classifica, si è portato a termine il proprio dovere, cinicamente sì, ma anche efficacemente. Commettere un altro errore a questo punto sarebbe stato indecoroso e per queste ragioni eccedere nell'esultare rischia di apparire ridondante e superfluo. Per gioire, davvero, si attendono altri palcoscenici. 

Se proprio si deve trovare un motivo per sorridere (e di questi tempi ce n'è davvero bisogno dopo due sconfitte consecutive) eccolo qui: l'aver finalmente riportato la corona d'alloro tra mura domestiche, dopo un inizio di stagione che - almeno fino a questo momento - quanto a vittorie o imbattibilità in casa aveva veramente lasciato a desiderare, soprattutto gettando uno sguardo alla passata stagione quando Archimede era sinonimo esplicito di "roccaforte". Tutto il resto (i dieci gol, le due triplette, il gioco a tratti spettacolare) non è appagante. Errore, infatti, sarebbe considerare questa prestazione come vittoria fondante dell'intera stagione, dal momento che il risultato poteva benissimo esser messo in cassaforte senza infierire più di tanto sulle macerie dell'avversario. 

Poco da dire: l'Atletico spadroneggia nella seconda frazione di gioco, dopo un avvio non proprio eccellente in cui era andata addirittura in svantaggio dopo il gol di Miceli al 2' minuto. Ci pensano subito Lo Giudice, Grimaudo e Giammona a chiudere il primo tempo sul 3-1. I monrealesi dilagano letteralmente nella ripresa quando si portano addirittura sull'8-1 (firme autorevoli quella di Lanza e Grimaudo che, al ritorno in campo ne buttano dentro tre, e a questi si aggiunge un ottimo Giordano, troppo lontano dal rettangolo di gioco, capace di rispondere immediatamente con due gol). E a quel punto che dottor Jekyll lascia il posto a mister Hyde: gioco spettacolare, scambi, sovrapposizioni, appoggi e scarichi lasciano ben presto il posto a lanci lunghi assolutamente futili, errori tecnici, ripartenze concesse, gol subiti. Un'escalation negativa che permette a Sias e compagni di rifarsi pericolosamente sotto. Vero, a risultato conseguito, Sorrentino decide di far subentrare anche altri membi della panchina poco sotto i riflettori, come il giovane Failla e il poco impiegato Emanuele Ganci, ma ciò di certo non giustifica un black out così improvviso. 

Il risultato finale, dopo il triplice fischio della signora Gabriella Picone, è quello di 10-6 ma, coerentemente con le scelte societarie, la dirigenza persegue sulla strada intrapresa già nella scorsa partita, ossia quella del silenzio stampa.