Contrasto al bullismo, i carabinieri fanno lezione alla "Guglielmo II" di San Martino delle Scale

Un momento dell'incontro

"I carabinieri sono uomini vivìcini alle persone" è il messaggio dato ai ragazzi

MONREALE, 30 marzo – Un'attività a tappeto, di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, quella dei cararabinieri di Monreale, con il comandante della stazione di San Martino delle Scale, maresciallo Pietrosanti, che ieri mattina ha svolto nel plesso della "Guglielmo II" una lezione su queste tematiche.

Dopo che qualche settimana fa la stessa esperienza era stata compiuta dai carabinieri nel plesso centrale di via D'Acquisto, è toccato adesso agli studenti della scuola secondaria di primo grado di San Martino partecipare all'incontro che riguarda argomenti sempre più vicini agli adolescenti come l'uso di Internet, di smartphone e di social network, che da un lato rappresentano un contesto di esperienze e di socializzazione irrinunnciabile, ma dall'altro nasconde insidie e diventa veicolo per colpire intenzionalmente persone indifese e più deboli pubblicando fotografie, video, informazioni private o divulgando maldicenze attraverso messaggi di testo con il cellulare.

L'incontro, durato due ore, ha messo in luce, grazie alle capacità comunicative del comandante Santi, accompagnato dall'appuntato Bentivegna, sia gli aspetti negativi dell'uso di internet sia le conseguenze a cui vanno incontro se dovessero tenete comportamenti sbagliati. Inoltre, il comandante della stazione di San Martino ha voluto puntalizzare che i carabinieri non svolgono solo attività di controllo del territorio ma di prevenzione e soprattutto sono vicini alle persone.
“Arginare questo fenomeno è impossibile, - hanno detto le insegnanti - ma bisogna provare a combatterlo con l’educazione a partire dalla scuola”.
Hanno manifestato molta soddisfazione Caterina La Mantia, responsabile di plesso, che ha ritenuto proficuo l'incontro perché vicino agli interessi dei ragazzi e Margherita Giambruno, referente alla legalità, che ritiene opportuno ripetere in futuro queste esperienze formative con la partecipazione dei genitori spesso ignari delle loro responsabilità.