Un anno fa scoppiava il caso del cimitero di San Martino, i parenti: si chiudano presto le indagini

Tra giugno e luglio dovrebbero partire gli avvisi di conclusione, preludio dei rinvii a giudizio

MONREALE, 26 maggio – La mole di lavoro viene definita letteralmente “impressionante”. È quella che si trova sul tavolo il piemme Alfredo Gagliardi, della Procura di Palermo, che da un anno si occupa della triste vicenda del cimitero di San Martino delle Scale, il cimitero “degli orrori”, come, purtroppo, è chiamato ormai da un anno.

Esattamente un anno fa, infatti, veniva realizzata la maxi operazione dei carabinieri della Compagnia di Monreale che svelava scenari raccapriccianti sugli affari riguardante le sepolture. Un vero e proprio business, a causa del quale decine di salme sono state trafugate, buttate pure alla rinfusa, senza che oggi i parenti dei defunti sappiano dove si trovi il loro congiunto estinto o dove adesso sia possibile andare a tumularlo. Insomma una situazione di caos totale.
L’indagine, però, sembra vicina alla conclusione e – verosimilmente – tra giugno e luglio potrebbero partire gli avvisi di conclusione indagini. Il provvedimento che, 99 su 100, prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. È ragionevole pensare, quindi, che entro la fine dell’anno il processo possa essere celebrato.
Nel frattempo, però, le indagini dei militari sono andate avanti, prima e dopo, l’operazione di un anno fa e gli inquirenti, quindi, hanno avuto modo di acquisire degli altri elementi che hanno arricchito una indagine già mastodontica. Numerosi sono stati i sopralluoghi dei Ris che si sono concentrati soprattutto su 42 bare, dei cui occupanti ad oggi ci sono ben poche notizie.
“Vorrei andare a mettere un fiore sulla tomba di mio zio – dice Antonio Abbonato – parente di uno degli estinti della cui salma si sa poco – ma purtroppo non ho questa possibilità. Vogliamo che su questa vicenda i riflettori che sembrano essersi spenti, tornino ad accendersi”.