C’è la sentenza della Cassazione: Guido Ferrante non favorì Cosa Nostra

Guido Ferrante

Assoluzione definitiva per il poliziotto monrealese dopo una vicenda durata quasi dieci anni

MONREALE, 1 ottobre – Ci son voluti quasi dieci anni di battaglie legali, di traversie e di disagi: oggi, però, è arrivata la sentenza definitiva: la corte di Cassazione ha assolto Guido Ferrante, 50enne poliziotto monrealese, dall’accusa di favoreggiamento a Cosa Nostra perché il fatto non sussiste.

A pronunciarsi è stata la sesta sezione della corte, che ha accolto il ricorso di Ferrante, assistito dall’avvocato Luca Inzerillo, che si era rivolto agli “Ermellini”, dopo il proscioglimento avvenuto in appello per prescrizione.
Il poliziotto, infatti, dopo aver ricevuto una sentenza di condanna a sei anni in primo grado, aveva fatto ricorso in appello, dove, appunto, era arrivato il proscioglimento per avvenuta prescrizione, dal momento che in quella sede era emersa l’insussistenza dell’aggravante.

Non contento di questa vittoria “parziale”, però, Ferrante aveva voluto proseguire la sua battaglia legale, soprattutto per riabilitarsi completamente. Ed oggi la Suprema Corte gli ha dato ragione, mettendolo, peraltro, in una posizione di forza nella vicenda del procedimento disciplinare che è in corso a suo carico e che non si è ancora concluso, proprio perché non si era ancora conclusa la vicenda penale.
Va ricordato, infatti, che tra i tanti effetti che questa vicenda ha determinato, c’è anche la sospensione dal lavoro cui il poliziotto monrealese è stato sottoposto per 5 anni.
Facendo un passo indietro, invece, per ricostruire la vicenda, va detto che, secondo l’accusa, nell’indagine partita nel 2010, Ferrante avrebbe consigliato il pasticcere palermitano Salvatore Albicocco a pagare il pizzo. Con l'accusa di favoreggiamento aggravato e omessa denuncia di reato, era finito ai domiciliari per tre mesi. Ad indagare sulla vicenda, erano stati i piemme Francesco Del Bene, Amelia Luise e Gianluca De Leo.

Esprime soddisfazione l’avvocato Luca Inzerillo. “Finalmente – ha sostenuto il legale – si materializza ciò che abbiamo da sempre sostenuto e cioè che Ferrante non ha commesso alcun tipo di reato e che siamo di fronte ad un vero e proprio errore giudiziario”:
La sentenza, adesso, ma questo sarà valutato prossimamente, potrebbe aprire alcuni scenari risarcitori per Ferrante: da quelli riguardanti l’ingiusta detenzione alla sua completa riabilitazione lavorativa.