Decesso di Salvatore Lupo, la famiglia sporge denuncia

I genitori e le sorelle: “Non ci fermeremo, vogliamo giustizia”

MONREALE, 2 marzo – “Nostro figlio era affidato allo Stato che aveva il dovere di giudicarlo ma anche e soprattutto di proteggerlo. Troppi episodi oscuri intorno al decesso di nostro figlio Salvatore. Non ci fermeremo, finche’ non verrà fatta giustizia e individuati i responsabili della morte di nostro figlio avvenuta in una cella del carcere di Frosinone”.

Questa mattina Rita e Domenico, genitori e Maria e Teresa Lupo, sorelle di Salvatore, deceduto il 16 dicembre 2019 mentre si trovava in attesa di giudizio presso la casa circondariale di Frosinone, si sono recati presso la Compagnia dei carabinieri di Monreale per presentare formale denuncia affinché’ vengano effettuate indagini per fare luce sulla drammatica fine di Salvatore Lupo deceduto a soli 31 anni.
Sono stati denunciati la direttrice della casa circondariale, il dirigente medico di turno la sera del decesso, il dirigente dell’ospedale “Spaziani” ove è stato effettuato l’esame autoptico sulla salma di Lupo, il consulente medico nominato dalla Procura della Repubblica di Frosinone e il magistrato della Procura della Repubblica di Frosinone titolare delle indagini.

Salvatore Lupo la sera prima del decesso si era recato presso l’ infermeria del carcere per segnalare la presenza di eritemi in alcune parti del corpo. Il medico di turno consegnava una confezione di pillole che il giovane portava con se’ in cella. La mattina, il compagno di detenzione Domenico Caviglia si rendeva conto del decesso di Lupo e allertava il personale di custodia. Lo stesso medico che la sera prima aveva prescritto le medicine.

Dopo avere constatato il decesso, si impossessava della confezione delle medicine occultandole in una tasca. Soltanto il pronto intervento dei detenuti presenti costringeva il sanitario a restituire le medicine che venivano prese in custodia da un sott’ufficiale della Polizia Penitenziaria che le riponeva all’interno della cassaforte. Il consulente medico legale nominato dai difensori della famiglia Lupo, gli avvocati Salvino e Giada Caputo, Valentina Castellucci, Mauro Torti e Francesca Fucaloro dopo l’esame autoptico chiedeva di esaminare le medicine ingerite dal detenuto, ma la casa circondariale comunicava che il blister era scomparso dalla cassaforte del carcere, rendendo in tal modo impossibile il confronto tra gli esiti dell’esame autoptico e le medicine assunte.

Nel frattempo, veniva dichiarata la scomparsa dei prelievi (ematici, di urina, e dei tessuti) prelevati dal corpo di Salvatore Lupo durante l’autopsia, e che dovevano essere custoditi presso il reparto di medicina legale dell’ospedale. Nel frattempo la Procura della Repubblica di Frosinone per ben due volte presentava richiesta di archiviazione che veniva respinta dal giudice per le indagini preliminari a seguito degli atti di opposizione presentati dal collegio difensivi dei familiari di Lupo. Adesso la Procura della Repubblica di Frosinone dopo la riesumazione della salma di Lupo e il relativo esame medico legale, reiterava per la terza volta richiesta di archiviazione. “La scomparsa delle medicine e dei prelievi – hanno detto i familiari di Lupo – costituisce un fatto di gravità inaudita. Anche perché’ non ci risulta che da parte degli organi competenti, Procura della Repubblica e Polizia Giudiziaria, siano stati effettuate indagini per individuare i responsabili della scomparsa di prove di enorme valenza che certamente avrebbero chiarito le cause del decesso.

Lo Stato aveva il dovere di proteggere nostro figlio e fratello e per questo abbiamo presentato una articolata denuncia presso i Carabinieri di Monreale – ha continuato Domenico Lupo – perché’ venga fatta chiarezza e vengano individuati i responsabili. Salvatore era un giovane, alto, atletico, forte e abituato alla fatica fisica. Certamente sono intervenuti fattori che hanno causato il su decesso. Altrimenti non si spiegherebbe la scomparsa di prove di rilevantissima importanza”.