Sono Stefano Lo Greco e Valentina Mangano, operanti nel settore dei rifiuti
PALERMO, 16 luglio - Erano Stati sottoposti ad indagini per la violazione del testo di intestazione fittizia di beni finalizzato ad eludere le misure di prevenzione patrimoniali. Due imprenditori di San Giuseppe Jato sono Stati assolti a seguito di decreto di archiviazione a firma del Giudice per le Indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo.
I fatti risalgono al 2019 a seguito della sentenza di fallimento della società Co. Ge. Si. con sede in San Giuseppe Jato che operava nel settore del ciclo integrato dei rifiuti. La Procura della Repubblica di Palermo avviava una complessa indagine nei confronti di Stefano Lo Greco e Valentina Mangano responsabili della società dichiarata fallita, e nei confronti di altri soggetti, ritenuti a vario titolo responsabili di condotte finalizzate a sottrarre al fisco e ai creditori profitti societari superiori al milione di euro.
Le indagini venivano condotte dalla Guardia di Finanza che operava sequestri di automezzi e beni mobili di valore ritenuti proventi di risorse sottratte alla massa fallimentare anche per eludere misure di prevenzione di natura patrimoniale. Lo Greco e Mangano avevano da sempre sostenuto la regolarità di tali acquisti producendo fatture e bonifici a comprova della movimentazione del denaro.
Tra l'altro lo stesso Tribunale per il riesame di Palermo, al quale si erano rivolti i due imprenditori difesi dagli avvocati Salvino e Giada Caputo, Francesca Fucaloro e Tommaso De Lisi aveva affermato che le condotte contestate dalla Procura della Repubblica e dal Giudice per le Indagini preliminari potevano integrare gli estremi di una intestazione fittizia di società, ma non vi erano gli elementi processuali per contestare il resto di riciclaggio e di violazione della normativa in tema di misure di prevenzione patrimoniale.
Infatti nessuna procedura era stata avviata dal Tribunale per le misure di prevenzione nei confronti di Lo Greco e Mangano i quali con il supporto di una articolata consulenza fiscale redatta da un professionista avevano dimostrato la correttezza delle movimentazioni finanziarie. Da qui la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura della Repubblica e condivisa dal Giudice per le indagini preliminari che ha emesso decreto di archiviazione con la motivazione che le indagini preliminari non avrebbero permesso la prosecuzione del procedimento in fase dibatti mentale, anche alla luce delle attività difensive svolte.