Applausi per l’orchestra della Veneziano al concerto in cattedrale

Apprezzata esibizione davanti all’arcivescovo Pennisi

MONREALE, 1 giugno – Brani eterogenei, afferenti a generi musicali molto diversi fra di loro: dal classico, al romantico, fino all’etnico e al minimalismo, sono risuonati ieri pomeriggio in cattedrale, al di sotto della volta dominata dal Pantocratore, dove si è esibita l’orchestra didattica della scuola Antonio Veneziano, composta dagli studenti che frequentano la sezione musicale.

Guidati dagli insegnanti di strumento, Gianluigi Cristiano, chitarra, Silvana De Luca, violino, Riccardo Gangichiodo, pianoforte, Daniele Rando, percussioni, i ragazzi hanno dato prova di maturità artistica. Emozionati per la location d’eccezione, si sono esibiti davanti al vescovo Michele Pennisi, alla dirigente Beatrice Moneti, ai genitori, agli insegnanti e ai tanti curiosi presenti in cattedrale. A presentare l’evento, una delle docenti di Lettere del corso, Romina Lo Piccolo. Le esecuzioni orchestrali si sono alternate a quelle dei solisti, alcuni dei quali hanno dato prova di grande talento. Fra loro c’è chi ha scelto di proseguire gli studi presso il liceo musicale di Palermo. Da Morricone ai Beatles, passando per Chopin e i Valzer, non è passato inosservato l’impegno profuso dai docenti e dai ragazzi nella preparazione del concerto.

“Suonare in questa chiesa – ha detto Pennisi, rivolgendosi ai ragazzi – è un grande onore, a conclusione del percorso che avete seguito. Se avete studiato, godetevi delle buone vacanze”.
Nell’introdurre il concerto, la dirigente Moneti ha sottolineato la valenza universale del linguaggio musicale che aiuta a superare pregiudizi e barriere. Un concetto ribadito dalla professoressa Lo Piccolo che, rievocando il filosofo Schopenhauer, ha ricordato come la musica con la sua “immaterialità” esprime l’in sé del mondo: “Per chi, come questi ragazzi, ha scelto la sezione musicale ha avuto uno strumento privilegiato per arrivare a cogliere la propria essenza, l’ “in sé” e, di conseguenza, per scegliere un percorso che consenta loro di realizzare un futuro consono a questa loro stessa essenza. Il talento, in fondo, è soltanto una potenzialità che contingenze più o meno fortuite possono trasformare in atto”.