Amarcord: come fu vinta la guerra alle termiti del duomo di Monreale

Una lotta cominciata nel 1807 e vinta di recente

MONREALE, 8 febbraio – Dopo i giorni rigidi di gennaio e primi di febbraio, riprenderà la camminata lungo una sezione finora inibita del duomo di Monreale. Per la prima volta viene resa fruibile la terrazza con il passaggio che collega il lanternino del Cristo Pantocratore alla torre settentrionale, avvenuta l’anno scorso in occasione del 750 ° anniversario della dedicazione della basilica.

Adesso è possibile seguire un circuito chiuso. Ed i proventi che arrivano da questa passeggiata serviranno ad intraprendere un impegno in difesa e contro eventuali attacchi delle termiti in quella parte di tetto ancora soggetto a piogge. Provvedimento indispensabile che porta al ricordo degli anni ’70 quando il Duomo rischio di essere fortemente danneggiato, prima che venissero realizzati interventi per salvarlo.
Dissesti del tetto che erano stati causati dalle infiltrazioni di umidità provenienti dal tegolato in cotto e dal poco efficiente sistema di smaltimento delle acque meteoriche. Il sospetto di attacchi termitici storici sorge da quel “logorio per l’azione del tarlo”. Prima avvisaglia nel 1807. Ma anche nel 1824 ci si accorse della presenza della termiti dalla descrizione dei lavori fatti dal 1824 per il rifacimento del tetto della navata centrale . D’altra parte le termiti erano state individuate in Sicilia dall’entomologo Francesco Leppeso e la correlazione tra tenore di umidità dei legni ed attacchi termitici fu ben messa in evidenza dal professor Liotta.
La svolta mirante a salvare il duomo arriva nell’ottobre del 1988, quando avviene la sostituzione della struttura lignea sul tetto del presbiterio, ultima parte ancora a completamento lavori nel porticato occidentale (Porta del Paradiso) e in quello Settentrionale del Gagini. Tutto partì da quando l’SOS venne lanciato, dopo che si conobbero i danni già arrecati dalle termiti, con molto tempo trascorso.

Da oltre dieci anni, con alcune interruzioni in attesa di altri finanziamenti, i tecnici lavorarono per salvare il duomo dalla presenza di numerose colonie viventi di termiti su travature, tavolati, mosaici, murature interne ed esterne del duomo.
Venne evidenziato oltre al danno già arrecato quello gravissimo cui erano esposti i tetti lignei e decorati e i mosaici al di sotto dei quali correvano le gallerie delle termiti. Furono sostituite le capriate distrutte all’interno e si provvide alla disinfestazione. Ma anche in quegli anni non mancò il pericolo della interruzione dei lavori che rischiò di favorire la riproduzione delle termiti.


Nell’89 con la spesa di 4 miliardi finanziati avvenne la sostituzione della struttura lignea sul tetto del presbiterio, ultima parte ancora a completamento. Era la più difficile da restaurare per la lunghezza delle travate lunghe 20 metri e costituite da travi impacchettate per una larghezza di metri 1,20. (strutture sostituite nel 1816 dopo l’incendio del 1811, per cinque anni, infatti, il duomo rimase a cielo aperto). Lavori che ebbero la durata di 13 anni, in cui fu necessario affrontare la rete fognaria di superfice con la dovuta attenzione. Lavori eseguiti in 4 lotti, anche se intervallati da lunghe pause per la mancata continuità nel finanziamento. Ma alla fine fu vinta la battaglia contro le termiti e salvato uno dei monumenti più belli del mondo.