“Sto ‘cca”, un omaggio ad Eduardo De Filippo ed alla sua poesia spontanea e vera

“Sto ‘cca” è il titolo di una rarissima e sublime poesia, dedicata dall’immenso Edoardo, alla moglie Isabella. Preferisco tradurla in italiano e mantenere il testo in lingua napoletana nello scaffale dei libri di Eduardo.

“Sono qui Isabella, sono qui. Già non mi puoi vedere ma sono qui. Sono tra i libri, tra le carte antiche, dentro i cassetti del comò. Mi trovi quando il sole entra e accende le cornici dorate d’argento, grandi, piccole, di legno pregiato, noce, aceto, mogano e palissandro, sembrano finestrelle aperte sul mondo. Mi trovi quando il sole diventa rosso e prima di tramontare indora i rami degli alberi e si inserisce tra le foglie per farsi guardare. Altrimenti mi puoi trovare, quando si fa sera, in cucina mentre mi preparo qualcosa per riempire lo stomaco, un pizzico di formaggio e un po’ d’insalata prima di addormentarmi.
Poi mi trovi all’Alba, seduto a tavolino con la penna tra le dita e gli occhi verso il cielo, pensando a ciò che ti ho raccontato e non ho scritto. E chissà se non sia stato un bene che si siano persi questi pensieri distratti che stanchi di essere pensati, vagano per l’aria insieme a me. E se guardi per l’aria, può succedere che mi trovi tra le nuvole e che il vento strappi le nuvole e tra esse tu trovi due occhi che ti guardano”.


Leggere questa poesia in napoletano, ti fa venire voglia d’imbracciare una chitarra, sedersi al pianoforte e montare una canzone moderna, senza inciso, interpretata tutta d’un fiato. Altro che Sanremo! Eduardo De Filippo è ancora musica, poesia, teatro, contemporaneità letteraria. Sono convinto che Pino Daniele ha letto questa poesia di Eduardo e si sia ispirato nelle sue tematiche d’amore a questo colosso di poesia semplice, pura, innocente, non contaminata dalle tristi tematiche complesse della nostra società e dei regimi politici. Eduardo ha voluto proiettarsi nel suo post vita ed ha voluto lasciare un messaggio altamente lirico, alla fantastica moglie Isabella. Essere poeti, implica l’immaginario, l’epistolario, il testamento fantastico che si vorrebbe lasciare in visione, alle persone più amate nella nostra breve vita.
Personalmente adoro stigmatizzare attraverso le mie canzoni, i libri pubblicati, le mie opere teatrali, un piccolo futuro in mia memoria; nel mio diario segreto, conservo gelosamente il mio epistolario per le persone che ho più amato nella vita. Emulando Eduardo e Pino, continuo fiducioso la mia routine quotidiana, tra incazzature violente per la politica post 68 e le gioie culinarie, da condividere a tavola con gli amici del cuore.
COPYRIGHT©BY SALVINO CAPUTO