L’Opera dei Pupi e i Beni Unesco: un binomio di arte e storia

È stata una delle iniziative “di punta” tra quelle proposte ieri sera. LE FOTO

MONREALE, 29 settembre – Inserito nella cornice della Notte Bianca Unesco, lo spettacolo dell’Opera dei Pupi “Duello tra Orlando e Rinaldo per Angelica”, promosso dall’Assessorato ai Beni Culturali di Monreale, in collaborazione con la Fondazione Unesco Sicilia, e curato da Benedetto Rossi, figlio dello storico puparo monrealese Enzo, interpreta in maniera esemplare l’identificazione di un bene immateriale e culturale quale patrimonio irrinunciabile dell’umanità.

Il valore culturale di cui è portatrice la tradizione artistica dei Pupi, universalmente riconosciuta come un bene da tutelare e salvare dall’oblio, assurge dunque a un ruolo di primo piano in un palinsesto dedicato alla riscoperta dei siti e dei percorsi Unesco.
La rievocazione delle gesta dei paladini e dell’opera dei pupari, affidata ad uno “spettacolo a vista”, condotto dalla compagnia Brigliadoro e dal puparo Salvo Bumbello, nel quale i pupi vengono animati e movimentati davanti al pubblico che si interfaccia direttamente con loro, è stata arricchita da un “Cunto”, una appassionata retrospettiva in versi dialettali sulla storia umana e artistica di Enzo Rossi, composto dalla figlia Liliana e recitato da lei insieme alle sorelle Marisa e Cinzia.


Significative a raccontare l’eredità dell’artista, la partecipazione alla manifestazione del puparo Piero Scalisi, figlio di Ciccio, maestro di Enzo, visibilmente emozionato, e la presenza della moglie del monrealese, Caterina, intenta a cucire le faroncine dei pupi e a riproporre quella dimensione di artigianalità che caratterizza ancora oggi l’arte del puparo.
E a riprodurre l’atmosfera del passato, lo scenario in cui si è svolta l’iniziativa, lo storico quartiere della Ciambra, quel dedalo addossato alle absidi del Duomo, dominato dai merli dei muri di palazzo Cutò, che accoglieva un tempo il laboratorio d’arte di Enzo Rossi e che accoglie, ancora oggi, laboratori artistici che, come una fucina, continuano a connotare la Ciambra come luogo della creatività e del lavoro dell’artista.
E dal cuore della cittadina normanna, gli spettatori, radunati attorno ad un piccolo palcoscenico, hanno riannodato, insieme ai fili dei paladini, quei fili con la storia e la memoria di uomini e luoghi fecondi nell’eredità che hanno saputo tramandare e nella potenza generatrice di idee e esempi degni di essere rivissuti.