Agire con prudenza, ma è tempo di importanti misure economiche

Riceviamo e pubblichiamo...

Egregio Direttore,
desidero esprimere la mia personale opinione sui recenti fatti che hanno visto coinvolta la nostra cittadina e nel contempo evidenziare alcune perplessità.

Innanzi tutto lodare ed esprimere soddisfazione per il modo in cui tempestivamente l’amministrazione guidata dal nostro Sindaco Alberto Arcidiacono, di concerto con l’amministrazione regionale e i provvedimenti del governo nazionale, ha affrontato sin da subito la questione dell’emergenza coronavirus impartendo le disposizioni necessarie a contenere il diffondersi del virus. Mi riferisco alle ordinanze relative allo stare in casa, ad evitare uscite superflue, alla chiusura di alcune attività commerciali, agli aiuti dati tempestivamente alle famiglie dei cittadini bisognosi.
Da non sottovalutare il ruolo fondamentale della nostra Chiesa, il vescovo Pennisi in primis, e delle varie associazioni che si sono attivate gratuitamente per limitare i disagi tra la popolazione fornendo materiali e generi di prima necessità a quanti bisognevoli.
Un encomio particolare va a tutta la cittadinanza che ha reagito con forte senso di responsabilità, rispettando le regole ed i divieti imposti a parte qualche sporadico caso del furbetto di turno.

Sono trascorsi ormai due mesi dall’inizio della pandemia e bisogna porsi con senso di responsabilità al che fare adesso per il dopo.
Rifugo da facili allarmismi che lasciano il tempo che trovano a sentire questo o quell’esperto di turno. Al di là di facili entusiasmi, credo che non bisogni cantare vittoria, che il peggio sia passato e che possiamo allargare le maglie delle restrizioni. La vera ripresa tarderà ancora a venire e proprio in questa fase al fine di evitare una recrudescenza del male dobbiamo agire con prudenza.
Il sindaco, che ha mostrato grande sensibilità nei confronti del problema al fine di essere supportato anche da tutti i cittadini, in un’ottica di partecipazione democratica, al di à degli schieramenti politici, dovrebbe porsi il problema del dopo e del come con il pieno coinvolgimento di quanti rappresentano esigenze.
In quest’ottica di partecipazione dovrebbe impegnarsi ed attivarsi ad affrontare le varie problematiche, alcune già anticipate e sollevate prima dello scoppio della problematica virale, riunendo e formalizzando alcuni tavoli tecnici, con la presenza dei soggetti attivi (associazioni di imprenditori, volontariato e categorie) ove le questioni poste vengano discusse, affrontate e congiuntamente risolte o concordate nella loro risoluzione.
Per fare un tavolo tecnico su ogni singola problematica non occorre, a mio avviso, nascondersi dietro lo scudo dell’assembramento e quindi evitare la discussione: una riunione con pochi addetti 6/8 persone potrebbe benissimo svolgersi anziché attorno ad un tavolo, a Villa Savoia dove il grande salone consentirebbe una distanza notevole tra i vari partecipanti.

Ma andiamo alle questioni vere da affrontare o cominciare ad affrontare da subito:
Molte imprese commerciali a causa della chiusura forzata hanno visto ridurre drasticamente i loro proventi. Per queste sarebbe opportuno prevedere una forma di annullamento, non sospensione (che riproporrebbe alla scadenza la stessa difficoltà dei pagamenti), di TARI, IMU, suolo pubblico, e quant’altro. Il perso è perso e solamente col tempo e con disagi si potrà recuperare
C’è da attenzionare la problematica dei B&B, sollevata sin dall’anno scorso e che doveva essere definita in un incontro prima del verificarsi il Coronavirus e con una stagione turistica già compromessa, rischiano di non poter riaprire un domani vanificando gli investimenti attuati.
Altra questione è quella dell’Auser che necessita un’attenzione particolare essendo assieme all’Asca, l’unico centro di aggregazione per anziani presente nel territorio.
Monreale a differenza della città, gode in un raggio di pochi chilometri della possibilità di molti cittadini di avere una casa di villeggiatura ove passano le vacanze estive. Sarebbe opportuno, confrontandosi con i referenti regionali, di poter consentire la fruizione di queste abitazioni, alleggerendo nel contempo l’ammucchiamento cittadino. Molti preferirebbero questa seconda ipotesi anziché restare confinati all’interno di un’abitazione, pur rispettando i vincoli e di divieti imposti dalle norme.

Se da un lato, grazie alle risorse comunali, alle risorse regionale e alle risorse nazionali che verranno, alcuni cittadini bisognosi hanno potuto sbarcare il lunario, lo stesso non può affermarsi per tutti gli esercenti che sono rimasti bloccati in un limbo cui nessuno dà risposte.
Bisogna pertanto affrontare queste situazioni, con la partecipazione ed il confronto dei vari soggetti citati precedentemente citati. Non è più tempo di chiudersi nelle stanze ed emettere ordinanze, bisogna invece aprirsi, questo si, al confronto ed alla partecipazione.
Ci sarebbero tante altre questioni da affrontare che evito di citare perché sono veramente tante. Necessitano di un confronto congiunto con le istituzioni ma soprattutto con la partecipazione.
Solamente così, a mio avviso, si potrà vincere questa battaglia, programmando sin da adesso un futuro che tutti ci auguriamo migliore.

*Presidente dell'associazione antiracket "Liberi di Lavorare"