Un piano Marshall per l’economia monrealese

Riceviamo e pubblichiamo...

MONREALE, 6 maggio – Capisco perfettamente che l’emergenza dovuta al Coronavirus condizioni l’attività giornaliera di chi è preposto a seguire direttive regionali e nazionali che si susseguono quotidianamente, ma occorre e necessita a mio avviso che ci si mobiliti anche per il dopo e non trincerarsi dietro l’aspettare decisione di più alto loco.

Mi guardo bene dal criticare quanto fatto sin da ora, anzi devo dare atto all’amministrazione che tempestivamente ha reagito e che ha messo in atto provvedimenti che se pur limitanti le libertà individuali, hanno contribuito ad arginare il fenomeno epidemico.
Bene ha fatto il sindaco a scrivere al governatore regionale e al Presidente del Consiglio Conte al fine di sollecitare alcune modifiche alle disposizioni superiori.
La cittadinanza di Monreale ha reagito positivamente e con grande senso di responsabilità e civiltà si è attenuta alle direttive emanate.
Bisogna adesso guardare avanti e decidere che fare, e qui l’amministrazione deve fare un salto di qualità se non vuole ritrovarsi successivamente a gestire situazioni ingestibili che elencherò di seguito.

Positiva l’emanazione dei sussidi alle famiglie bisognose della nostra cittadina che rischiavano di non poter provvedere ai più elementari bisogni di sopravvivenza. Ma non c’è solamente questa categoria sociale interessata:
- Bar, Ristoratori, Esercenti di B&B, da due mesi sono con l’acqua alla gola a fronte di un calo drastico delle presenze turistiche, e la tiepida riapertura di qualche esercizio non servirà a compensare le perdite subite;
- Negozi di abbigliamento ed esercizi commerciali, a fronte della chiusura, si sono ritrovati ad affrontare spese già programmate e non procrastinabili ed il tempo perduto difficilmente potrà essere recuperato con una prossima apertura. Per esempio i negozi di abbigliamento si trovano a dovere effettuare pagamenti per merce ordinata nei mesi scorsi e che rimarrà invenduta in quanto la stagione primaverile ed estiva è già compromessa.
Per tutti poi corrono giornalmente le spese di gestione, affitto locali, utenze e spese da anticipare a fronte degli accorgimenti da prendere in caso di prossima apertura.
Da non sottovalutare che in caso di emergenza economica si registrano numerosi casi di depressioni che possono portare a conseguenze più gravi.
Ed è proprio in presenza di questi fenomeni che la mafia si infiltra nel tessuto sociale ordisce, le sue trame, usura, fallimenti o acquisto a pochissimo prezzo di attività commerciali onde poter riciclare i capitali accumulati.
Su questo fenomeno anche SOS Impresa – Rete per la Legalità di Palermo cui aderiscono le associazioni antiusura e antiracket ha lanciato nei giorni scorsi un appello mettendo in guardia che le Pmi e le famiglie sono particolarmente assoggettate al rischio usura in questo particolare momento di emergenza sanitaria, economica e sociale ed in un documento illustra le proposte operative per sostenere le imprese.
Che fare? Un detto recita che mentre il medico studia, il malato muore.

Cominciare ad utilizzare il metodo della partecipazione cittadina, che è stato il caposaldo della campagna elettorale di un anno fa circa. Intavolare tavoli tecnici con le varie categorie interessate per ascoltare la loro diretta voce e predisporre interventi risolutori.
Don Milani nel suo libro “Lettere ad una professoressa” citava che è ingiusto fare parti uguali con soggetti differenti. Mi riferisco al fatto che come l’amministrazione si è ben predisposta verso i cittadini bisognosi allo stesso modo deve porsi a fronte di altri cittadini (esercenti tutti) che subiscono gli stessi disagi: spostare le scadenze del pagamento di alcuni contributi locali non risolve il problema ma anzi lo peggiora perchè alle scadenze successive si dovrà far fronte ad un doppio pagamento. Necessita che si faccia uno sforzo per annullare completamente questi contributi per almeno un anno.
Alcuni interventi previsti dalla recente finanziaria regionale aiutano ma non bastano. Il risparmio dei 500.000 euro non dovuti più alla Regione per i prossimi quattro anni può essere investito per dare fiato alle attività commerciali monrealesi.
Bisogna mettere in atto sin da subito ad un piano Marshall locale che possa far risorgere Monreale. Se si ha la volontà, il coraggio e la determinazione di far ciò tutti i monrealesi ne saranno grati.

* Presidente dell'associazione Antirackt "Liberi di Lavorare"