''Risolleviamoci, a testa alta'': commercianti monrealesi tra aiuti, sicurezza, voglia di ripartire

Il confronto ieri sera in diretta a #Parliamone, format online della nostra testata 

MONREALE, 12 maggio – Voglia di rinascere, ma anche tante ferite da leccare, pene di mesi e mesi di inattività. C'è tutto questo nelle parole degli ospiti che ieri sera sono intervenuti in diretta streaming al talk show organizzato dalla nostra redazione, rispondendo prontamente ''sì'' all'invito recapitato. Per affrontare l'argomento - lo sanno bene soprattutto loro - non era necessario prepararsi. Nell'attesa di capire quali saranno le direttive nazionali dunque, dopo il violento pugno allo stomaco anche il tessuto economico monrealese vuole a tutti i costi rimettersi in piedi. 

E' l'onda d'urto di risonanza quella che più d'ogni altra cosa temono i commercianti, come spiega bene Marina Castelluzzo - cooproprietaria insieme al marito Salvo Maniglia del negozio di abbigliamento ''H.2. Collection''. Quando sperimenti la paura, infatti, è facile ricadere nell'incubo. ''Non sappiamo se i nostri clienti ci faranno visita, se proveranno i nostri capi. Al momento stiamo sanificando tutto, anche se - in riferimento ai singoli capi d'abbigliamento appunto - non si conoscono ancora le migliori tecniche di sanificazione. Servono idee e direttive più chiare. La vendita in negozio comporta spese non indifferenti, per questo lo shop online è al momento la via maestra''. 

Ai box di partenza e tremendamente impazienti di scattare al minimo segnale anche barbieri e parrucchieri. Per loro è al centro di discussione il problema della distanza di sicurezza. A spiegarlo, in rappresentanza di tutta quanta la categoria, Salvo Sanghez, titolare di un salone da barba cittadino: ''Bisogna valutare le dimensioni del locale in cui si opera. Poi è l'operante che deve preoccuparsi di garantire sicurezza al cliente, indossando mascherina e visiera. Il vero problema saranno i costi di gestione e le spese che dovremo affrontare per i dispositivi sanitari. Lavorare il lunedì? L'agenda sta per scoppiare, se necessario siamo disposti anche a tagliare la nostra pausa pranzo''. Nota dolente gli aiuti da Roma. Pochi, anzi pochissimi, sono coloro che effettivamente sono riusciti a tirare fuori la testa dall'acqua e a tirare una (per quanto scarsa) boccata d'ossigeno grazie ai 600 euro di soccorsi alle piccole e medie imprese che guardano con speranza adesso al nuovo decreto presto emanato dal Governo.

''Tenere chiuse le attività per un periodo così lungo ha portato e, purtroppo, continuerà a portare dei danni al tessuto economico - ha affermato l'assessore alle Attività Produttive Geppino Pupella - Come amministrazione comunale abbiamo cercato di attuare tempestivamente tutti i provvedimenti a sostegno delle famiglie e dei lavoratori provenienti direttamente dal Governo centrale. Molti tuttavia sono ancora adesso i ritardi degli aiuti rivolti alle attività produttive''.

Aiuti che - stando alle voci che trapelano da Palazzo Chigi - dovrebbero essere contenuti (finalmente) nel nuovo decreto in uscita dal Consiglio dei Ministri. Nel frattempo, così come aggiunge sempre Pupella: ''Abbiamo già emesso un atto deliberativo che vada a sgravare i tributi di Tari e Tosap (occupazione di suolo pubblico, ndr.) dalle tasche di tutti quegli esercenti lesi dall'emergenza sanitaria''. In merito proprio alla seconda tassa, sarebbe già avvenuto un tavolo tecnico tra amministrazione e commercianti in cui si sarebbe discusso appunto dell'abolizione del pagamento per tutto il periodo di pandemia e della possibilità - per alcuni esercizi commerciali come bar e attività di ristorazione - di richiedere tutto lo spazio ritenuto opportuno ''per quanto ci è possibile e senza farlo pagare''.