Decesso di Salvatore Lupo, il Gip respinge la richiesta di archiviazione

Disposte nuove indagini. I legali: “Riteniamo che sia stato vittima di errate prescrizioni mediche”

MONREALE, 21 gennaio – “Eravamo certi che il decesso di Salvatore Lupo, un giovane di soli 31 anni e di robusta corporatura, abituato agli sforzi fisici, non poteva certamente essere archiviato come morte naturale improvvisa e dovuta a cause naturali, ma che si era in presenza di una evidente colpa medica da parte dei sanitari della casa circondariale di Frosinone".

“Il provvedimento è del Giudice per le indagini preliminari che ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla procura della Repubblica di Frosinone. Il magistrato, inoltre, ha ordinato lo svolgimento di nuovi esami di natura tossicologica sui reperti prelevati in sede autoptica, oltre che di natura cardiologica da effettuare a cura di un nuovo consulente diverso da quello che ha svolto l’esame autoptico, assegnando ulteriori 6 mesi alla Procura della Repubblica per lo svolgimento di nuove indagini al fine di accertare le reali cause del decesso”.
E’ quanto dichiarato dagli avvocati Salvino Caputo, Valentina Castellucci, Mauro Torti e da Giada Caputo che nell’interesse dei familiari Domenico, Rita, Teresa e Maria Lupo avevano presentato prima una denunzia a carico di ignoti e successivamente opposizione alla richiesta di archiviazione.
Salvatore Lupo venne rinvenuto morto il 16 dicembre 2019 all’interno della cella del carcere di Frosinone che condivideva con un altro detenuto. La Procura della Repubblica di Frosinone, dopo le prime indagini conferì incarico peritale al medico legale Vincenzo Caruso per accertare le cause del decesso. Dopo l’esame autoptico, il consulente del pubblico ministero, ascrisse a cause naturali il decesso di Lupo e segnatamente per una “insufficienza cardiocircolatoria”.

A fronte dell’esito della perizia venne formulata richiesta di archiviazione. I legali della famiglia Lupo presentarono opposizione, producendo cartelle cliniche e documentazione sanitaria attestante le reali condizioni di salute. Venne anche prodotta la consulenza specialistica di parte affidata al medico legale Alessandro Mariani che ha evidenziato le lacune della perizia del pubblico ministero, che aveva ricondotto il decesso a cause naturali senza avere effettuato esami tossicologici. La difesa di Salvatore Lupo aveva anche rappresentato che il decesso poteva essere la conseguenza di una serie di medicine assunte dal giovane, su prescrizione dei medici del carcere che avrebbero determinato reazioni tali da causarne la morte. Tra l’altro i difensori avevano segnalato la presenza all’interno della cella di alcune pillole che non sono state oggetto di indagine da parte del medico legale della Procura di Frosinone.
“Siamo convinti – hanno sottolineato gli avvocati Salvino Caputo, Mauro Torti, Valentina Castellucci e Giada Caputo, che le errate prescrizioni mediche da parte dei sanitari della casa circondariale abbiano determinato il decesso del giovane. La stessa ordinanza del giudice per le indagini preliminari che respingendo la richiesta di archiviazione della, ha ordinato nuovi esami di natura tossicologica oltre che una perizia di carattere cardiologico, dimostra come avevamo ragione nel ritenere impossibile il decesso per cause naturali”.