Il sacrificio di Falcone e Borsellino non è stato vano: oggi il ''Festival della legalità e della gioia''

La manifestazione è stata organizzata dal Parlamento della Legalità alla presenza dell’arcivescovo e delle scuole

MONREALE, 20 maggio – Si è svolto oggi alla Casa del Sorriso di Monreale, su iniziativa del Parlamento della Legalità il "Festival della legalità e della gioia", manifestazione compresa tra quelle di commemorazione in occasione del 30° anniversario delle stragi del 1992, conosciute come quella di Capaci e di via D’Amelio, in cui persero la vita rispettivamente Giovani Falcone e Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e i loro uomini della scorta.

Diverse le scuole che hanno aderito all’iniziativa, alla presenza dell’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi che con un lungo discorso si è rivolto ai ragazzi, parlando a 360 gradi dei valori della legalità e del significato delle commemorazioni dei sacrifici dei magistrati.

Con la manifestazione odierna, come fa sapere una nota della scuola “Veneziano Novelli”, i ragazzi hanno avuto modo di esprimere il loro essere studenti fuori dalle pareti dell'aula. Attraversare le stradine di Monreale con un garofano rosso attaccato alla maglia, a ricordare la libertà e la lotta per la libertà, e mostrare con fierezza cartelloni e striscioni con i volti delle vittime della violenza mafiosa, è stato un traguardo raggiunto con impegno.
Con questa forte motivazione le classi 2 C, 2 F, 3 F, 3 G, guidati dai loro insegnanti, hanno dato il loro contributo alla manifestazione commemorativa proponendo un percorso di riflessione con testi in rima che fanno da cornice ad un dialogo tra Paolo Borsellino e Giovanni Falcone che a distanza di trent'anni dalla morte, guardano dall'alto il nostro mondo.
Un momento di consapevolezza importante. Un momento di cui i ragazzi hanno sentito, oltre che scritto e interpretato, "lu duluri e la sofferenza diventari ora dilettu e amuri".
“Quest’anno – ha quindi detto monsignor Pennisi – ricorre il trentesimo anniversario della strage di Capaci e di Via d’Amelio dove Giovanni Falcone assieme, a Francesca Morvillo e poi Paolo Barsellino e gli agenti delle loro scorte sono state vittime di vili attentati mafiosi.
Falcone come Borsellino e tanti altri ci hanno testimoniato cosa significa vivere per la legalità e la giustizia, compiendo il proprio dovere orientati al bene comune.
La loro testimonianza è stata quella di uomini di speranza che attraverso il loro impegno quotidiano e il dono della vita hanno dimostrato che è possibile lottare e sconfiggere la mafia, che è un fenomeno umano e non un fatto inevitabile.

Oggi la vostra presenza così numerosa testimonia che 30 anni fa a perdere non fu la giustizia ma la mafia.
La promozione della legalità ispirata da alti valori morali, che mettono al centro la dignità della persona, implica il contrasto alla mafia e ai fenomeni devianti ad essa collegati: il pizzo, l’usura, lo spaccio della droga, i guadagni illeciti.
La lotta alle mafie (cioè a “cosa nostra” ma anche alla “camorra”, “all’ ndrangheta”, alla “sacra corona unita”) passa attraverso un rinnovato impegno educativo che porti ad un cambiamento della mentalità.
Per contrastare questi fenomeni criminali è necessaria una mobilitazione delle coscienze che, insieme ad un’efficace azione istituzionale e ad un ordinato sviluppo economico, può ridurre e sconfiggere il fenomeno criminoso.
Il senso della legalità non è un valore che si improvvisa. La sua affermazione e la sua crescita sono affidati alla collaborazione di tutti, ma in modo particolare alla famiglia, alla scuola, alla Chiesa. Alle istituzioni, ma soprattutto a voi, cari giovani!
Per rilanciare un impegno positivo per una vita bella è importante dare risposte convincenti alle domande fondamentali sul senso della vostra esistenza che vi portate in cuore per costruire una società più giusta e più fraterna aperta, alla speranza.

La speranza è certezza della meta, è fede nel futuro. La fiducia in uno scopo positivo della vita è proprio la caratteristica dei giovani. Senza uno scopo si è già vecchi. Ma il futuro si prepara con una grande e convinta adesione alla concretezza del presente.
Paolo Borsellino rivolto ai giovani scrisse “quando voi sarete adulti “avrete più forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta”.
La comunità cristiana, di cui parecchi di voi fate parte, vuole essere impegnata in prima fila nella promozione della legalità, della gioia e della speranza per creare una mentalità alternativa a quella della subcultura in cui alligna la mafia.
La coscienza di una radicale incompatibilità tra mafia e vita cristiana è stato suggellato a Palermo dalla splendida testimonianza del martirio di don Pino Puglisi, ucciso solo perché fedele al suo ministero e perché attraverso la sua opera educativa sottraeva manovalanza a “cosa nostra”.

La memoria di questo martirio come quella del giudice Rosario Livatino e di tanti altri martiri per la giustizia è impegnativa per tutti i cristiani e le persone di buona volontà. Urge, oggi, formare una nuova mentalità in grado di creare una reale cultura per la legalità. La vostra presenza gioiosa ne è un segno evidente.
L'educazione alla legalità va coniugata con l'educazione alla socialità e ad una cittadinanza responsabile, nell'ambito di una educazione globale alla pace. Iniziamo quindi a vivere e costruire la legalità realizziamo una legalità reale, non fatta di slogan ma di nostre azioni concrete, passiamo dall’idea al fatto.
Non abbiamo bisogno di eroi ma di persone per le quali, come disse Giovanni Paolo II “il quotidiano diventi eroico, e l’eroico diventi quotidiano”.

A volte i giovani possono insegnare agli adulti (possono portare segni di speranza e voi lo dovete dimostrare ogni giorno iniziando dall’ambiente scolastico e nella vita ordinaria.
Il costante ricordo dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino come dei tanti martiri per la giustizia Vi v renda protagonisti per promuovere progetti di legalità , di giustizia, di fraternità, di pace e di speranza in un mondo migliore".