Il comune ci ricasca: un'auto di servizio ancora nello stallo disabili

Dopo l'episodio del 9 marzo, è successo sempre a piazza Inghilleri, malgrado la promessa che il fatto non sarebbe più acceduto

MONREALE, 30 maggio – C'eravamo lasciati il 9 marzo scorso con uno “sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico”. A quanto pare, però, la perseveranza dell'errore è arrivata e si è trasformata, quindi, in conseguenziale diabolicità.

Perchè se in quella circostanza una macchina del comune era stata “beccata”, senza averne titolo, nello stallo che il comune stesso aveva destinato ai disabili, adesso il fatto si è verificato nuovamente, rendendo pertanto “diabolico” l'errore di quel giorno, quando gli uffici, scusandosi, avevano affermato di provare “imbarazzo” per l'accaduto. Un imbarazzo, però, a quanto pare. passato presto in cavalleria, se è vero, come è vero (la foto parla chiaro, ndr), che ieri lo stallo “H” di piazza Inghilleri era nuovamente occupato da un'altra automobile del Comune.

Certamente non il modo migliore per affermare il rispetto delle regole, che il comune in primis è tenuto far osservare. Anche perchè è di tutta evidenza che se ad agire così fosse stato un privato cittadino, sarebbero state alte le probabilità che l'azione, una volta scoperta, venisse sanzionata.
Anche in questa circostanza, così come nello scorso mese di marzo, a sollevare la questione era stato Toti Gullo, ex sindaco della città, nonché egli stesso titolare di un tagliando disabili.

“Trovo vergognoso che il comune sia il primo a violare una disposizione che lui stesso ha istituito – fa sapere a MonrealeNews – e non tanto per una questione personale, ma per una generale, che non fa onore a quel rispetto delle regole, al quale tutti, comune in primo luogo, dobbiamo ambire.
Reputo, inoltre, ma questa è solo una mia idea, che togliere gli stalli blu, in favore di quelli destinati alle auto del comune serva solo a “cannibalizzarli” e a rendere più difficile il ricircolo degli utenti che si recano in quella zona per le compere, con conseguente pregiudizio per le attività commerciali che vi insistono”.