Piana degli Albanesi, la diga compie cent'anni: domani una manifestazione di ricordo

La Cgil: "Durante la costruzione morirono 13 operai"

PALERMO, 6 novembre – "Per realizzare la diga di Piana degli Albanesi, opera che nel 2023 festeggia un secolo di vita, morirono 13 operai. Ai lavori, iniziati nel 1920 e ultimati nel 1923 parteciparono migliaia di operai edili, giunti da ogni parte d'Italia.

Un'opera costata fatica e sangue. Da allora, quei morti sul lavoro non sono stati mai ricordati. A distanza di 100 anni, alla luce del progresso, è possibile che l'ecatombe di morti sul lavoro non riesca a essere fermata?".

Lo dicono Cgil, Fillea e Filctem palermitane che hanno deciso di organizzare, per i 100 anni della diga, un'iniziativa legata al tema della "Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro". La manifestazione, promossa assieme all'associazione "Portella della Ginestra", avrà inizio domani alle 9.30, alla diga di Piana, con la deposizione di una targa commemorativa in memoria degli operai caduti nel cantiere. Seguirà alle 10,30 il dibattito, presso il teatro seminario diocesano della chiesa di San Nicola, in via Pietra Di Maria, con la partecipazione di esperti dei settori edile ed energetico e infortuni e sicurezza. Interverranno il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario nazionale Filctem Cgil Ilvo Sorrentino e il segretario nazionale Fillea Cgil Antonio Di Franco, che conclude i lavori.

A quei tempi, i morti sul lavoro non venivano dichiarati come tali e quindi non è stato facile ricostruire quanto accaduto 100 anni fa. I nomi di 11 operai sono stati rintracciati, dopo un lungo lavoro di ricerca negli archivi. Due risultano ancora non identificati, dice il sindacato. "Quest'opera, 100 anni fa rappresentava lo sviluppo e il progresso e fu una delle prime dighe d'Italia. Oggi tutti la conosciamo per la sua grande importanza ma molti non sanno che la costruzione della diga causò dei morti sul lavoro - dice il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo - La creazione di nuove infrastrutture è linfa vitale per il settore delle costruzioni. Ma tutto questo deve tenere conto degli aspetti legati alla sicurezza. Per traguardare grandi risultati, non si possono trascurare i costi e le tutele necessari per la tutela di chi lavora".

Per la Fillea Cgil, anche in considerazione della strage permanente che nell'ultimo mese si è perpetrata a Palermo, con la morte di tre lavoratori edili, sarà l'occasione per lanciare la manifestazione unitaria 'Basta morti sul lavoro' che si farà il 13 novembre a Palermo. "La diga - aggiunge Calogero Guzzetta, segretario generale Filctem Cgil Palermo - continua a rivestire dopo un secolo di vita una grande importanza perché consente, oltre all'approvvigionamento idrico di Palermo, il funzionamento della centrale idroelettrica di Guadalami, uno dei luoghi di produzione di energie rinnovabili che per la sua peculiarità contribuisce a guardare al futuro della Sicilia in termini di produzione di energia pulita.

Prendiamo spunto da quello che è accaduto durante la realizzazione di quell'opera per riportare il tema centrale della salute e della sicurezza nei luoghi lavoro all'attenzione nei tanti settori dove i rischi sono all'ordine del giorno". "I 13 operai caduti furono vittime di incidenti diversi avvenuti in cantiere, come crollo di massi ed esplosioni. Avevano tra i 18 e i 54 anni ed erano di Palermo, Piana, Monza, Belluno, Chieti, Casteltermini - spiega Francesco Petrotta dell'associazione Portella della Ginestra - Di queste vittime sul lavoro non ha mai parlato nessuno.

Se ne conosceva l'esistenza solo attraverso la relazione dei lavori fatta nel 1924 dall'ingegnere dell'impresa Società generale elettrica siciliana. Qualche notizia fu pubblicata su due giornali dell'epoca. Spulciando negli archivi, attraverso gli atti di morte, siamo riusciti a individuare quasi tutti i nomi ma mancano ancora due persone. Le due vittime non identificate probabilmente sono morte a Palermo, nella frazione di Falsomiele, durante la costruzione della centrale elettrica e della condotta. Purtroppo l'archivio dello Stato civile di Palermo è inaccessibile ma sarebbe stato comunque come cercare un ago nel pagliaio".

All'elenco dei 13 caduti sul lavoro è stata inserita anche una vittima di mafia, Nicolò Criscione, di Santa Cristina Gela, impiegato della Società generale elettrica, che aveva l'incarico di custodire un deposito di tavole di legno e di travi di ferro. (ANSA).