Uccise il suo spacciatore, i giudici lo condannano a 22 anni

Questa la decisione della Corte d’Assise di Palermo in merito all’uccisione di Francesco Manzella

PALERMO, 23 aprile – Anche se non c’era premeditazione, nel marzo del 2019 Pietro Seggio, proprietario di una pizzeria di Borgo Molara, ha comunque agito in maniera delittuosa nei confronti del suo pusher. È quanto stabilito dalla Corte d’Assise di Palermo, presieduta da Vincenzo Terranova, che lo ha condannato a 22 anni di reclusione per l’omicidio di Francesco Manzella, spacciatore di Falsomiele ucciso da un colpo di pistola. Secondo l’accusa Seggio, proprietario della pizzeria “All’Antico Borgo”, avrebbe contratto un debito di 700 euro con la vittima.

Ma i legali di Seggio, Simona Lo Verde e Giovanni Castronovo, sostengono che tra i due non ci fosse alcun contrasto e che il loro assistito non avrebbe avuto motivo di uccidere Manzella; i due avvocati hanno già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, mentre ai familiari della vittima spetterà un risarcimento. Il giorno dell’omicidio, avvenuto tra il 17 e il 18 marzo di due anni fa, Seggio e Manzella avrebbero parlato al telefono due volte e nella notte Seggio avrebbe colpito a morte il suo spacciatore, il cui corpo venne ritrovato il giorno dopo nella sua macchina, nei pressi del carcere Pagliarelli.

Seggio e i suoi difensori hanno delineato un diverso andamento dei fatti: Manzella si sarebbe recato al locale del suo cliente, gli avrebbe venduto la cocaina e se ne sarebbe andato, mentre Seggio non si sarebbe mai spostato dal suo luogo di lavoro. Dichiarazioni che non hanno convinto i giudici, i quali hanno propeso per la condanna del ristoratore non accogliendo le istanze della Procura: questa aveva infatti chiesto l’ergastolo.