Mafia di corso Calatafimi, pesanti le richieste di condanna per dieci persone

I membri delle famiglie mafiose di quella zona rischiano complessivamente oltre un secolo di carcere per traffico di stupefacenti

PALERMO, 17 giugno – Il 21 luglio dello scorso anno i carabinieri avevano messo in atto l’operazione “Eride” arrestando quindici membri di Cosa Nostra coinvolti nel traffico di stupefacenti. Tra questi, Filippo Annatelli, capo della famiglia mafiosa di corso Calatafimi, nonché Enrico Scalavino e Salvatore Mirino: per ciascuno dei tre la Procura di Palermo ha chiesto ora una pena detentiva pari a 20 anni di reclusione.

Le condanne, chieste dai sostituti procuratori Federica La Chioma e Dario Scaletta, insieme all’aggiunto Salvatore De Luca, all’interno del dibattimento giudiziario presieduto dal giudice per l’udienza preliminare Simone Alecci, riguardano anche altri sette soggetti facenti parte dell’organizzazione: si tratta di Giuseppe Massa, Francesco Li Vigni, Paolo Correnti, Giovanni Granatelli, Ferdinando Giardina, Vincenzo Cascio e Andrè Mattia Cinà, per i quali sono stati chiesti rispettivamente 16, 14, 11, 10 e 8 mesi e 4 anni di prigione.

Gli imputati, che hanno optato per il rito abbreviato, avrebbero retto i clan attraverso il commercio della droga, un business fondamentale per garantire le risorse finanziarie necessarie in primis al sostentamento delle famiglie dei detenuti. Il denaro proveniva dalle attività di spaccio che, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri e dalle intercettazioni rilevate, erano coordinate in tutto il territorio di corso Calatafimi, da via Paruta a Piazza Indipendenza; tali affari avrebbero portato alle famiglie mafiose cifre per decine di migliaia di euro.