Sanremo, brilla la stella di Laura Pausini nella seconda serata

Squadra che vince non si cambia. Quindi, nella stessa formazione di ieri: io e le mie due "opinioniste adolescenti", inviate speciali da Sanremo. Stesso divano, stesso cellulare alla mano.

Soltanto il pigiama è diverso: non ci si può presentare alla seconda serata del Festival, se non con un nuovo look! Giusto? Il plaid lo sfoggeremo per l'ultimo appuntamento, come "coupe de theatre".

Ore 20:55, Amadeus è già sul palco e i primi momenti sono di malinconia: un ricordo di Monica Vitti, donna straordinaria, bellissima, struggente e comica, interprete della stagione migliore del cinema italiano. La mia attrice preferita. Con fatica scuoto la commozione e mi preparo alla quotidiana cronaca semiseria del Festival della canzone.

Primo cantante in gara: sale sul palco, beniamino dei giovanissimi, Sangiovanni. Canta "Farfalle" e, inaspettatamente, le mie critiche musicali storcono il naso. "Queste sue canzoni sono tutte uguali. Sono banali e dopo due minuti già le conosci." Ma guarda un po' queste ragazze dai gusti raffinati!

E ora, silenzio religioso, entra in scena il mio di beniamino: Giovanni Truppi, cantautore sensibile, acuto, forse non proprio elegantissimo in canottiera nera, ma sicuramente mai scontato o banale. Canta il brano "Tuo padre, mia madre, Lucia". La miscela tra parlato e canzone, tipica del suo repertorio, rende l'interpretazione una performance teatrale. So già che non incontrerà il successo del grande pubblico, ma lo ascolto incantata, assaporando un testo che è poesia.

Si ferma la gara e Lorena Cesarini, co-conduttrice della seconda serata, con una voce ridente, ma "rotta", si presenta: giovane donna, laureata, professionista e attrice. Con sorriso dolce e occhi luminosi racconta di una piccola fetta di Italia "stupida", quella che sente l'esigenza di sottolineare con ignorante disprezzo il colore della sua pelle. "Non mi era mai accaduto!“ afferma. Poi, legge un passo da "Il razzismo spiegato a mia figlia" di Tahar Ben Jelloun. Per deformazione professionale e "genitoriale", ripeto a mente le parole che lo scrittore franco-marocchino dice a sua figlia. Qual è l'antidoto per sconfiggere il razzismo? “Tutto dipende dall'educazione!“

Dopo una breve pausa pubblicitaria, è il momento di "Tantissimo" interpretata da Le Vibrazioni. Un po' di ritmo sul palco, ma che noia! Niente di nuovo! Pausa Checco Zalone. Posso non commentare? Questo scambio di battute sulle donne e poi sull'omofobia, volto a sottolineare il sacro valore della parità, con tutte le buone intenzioni, non riesce nell'intento. Mi sembra, quasi, che ottenga il risultato opposto.
Stasera faccio fatica! La "quota giovane" sonnecchia. Seconda pausa pubblicitaria in lasso di tempo troppo breve. Ma come farò a resistere fino alla fine, reduce dagli scrutini, con questi ritmi?

Adesso Laura Pausini, super ospite che torna alla sua "culla musicale" con il brano "Scatola", scritto da Madame, che da poco più di una settimana spopola in radio. Nulla da dire! La Pausini strega il pubblico, riempie la scena e, finito di cantare, torna la "ragazza della porta accanto". Non è tra i miei cantanti preferiti, ma devo riconoscere che è un personaggio positivo, "motivante"! E poi un duetto con Mika, smorzato da un Cattelan finto polistrumentista! Annuncio: i tre condurranno l'Eurovision Song Contest.
Riprende la gara con Emma, che diretta da Francesca Michelin, canta "Ogni volta è così". Il pezzo è gradevole, ma dove ha lasciato la voce la grintosa cantante? Confido in un secondo ascolto. Troppi pianti però! Piangono tutti! E io che volevo ridere!

Ancora pubblicità e poi il tik-toker Matteo Romano con "Virale". Il caffè devo prenderlo per immersione, oggi! Intanto, la "quota giovane" dorme sul divano! Ci sveglieremo forse con la "dinosauressa" Iva Zanicchi? “Voglio amarti" è decisamente più conturbante di tutte le pseudo-canzoni d'amore ascoltate fino a questo momento. Non mi fa impazzire, ma il brevissimo assolo di chitarra elettrica vale tutto il pezzo. Si parla troppo poco della bravura dei musicisti sul palco!
No! Di nuovo, Zalone, no! Il caffè ci vuole per infiltrazione! E ancora pubblicità. Ci stanno propinando anche quella risparmiata ieri?

Mi desto: Ditonellapiega e Rettore e la loro "Chimica" sono uno schiaffo d'energia. Sono convinta che l'esibizione dal vivo non renda giustizia al pezzo. Un buon proposito per domani mattina: ascoltare la versione in studio.

È il momento di Elisa. Con una canzone nel solco del suo repertorio classico, si candida ad essere la vincitrice del Festival. E mentre la cantautrice interpreta "O forse sei tu", con una una delle migliori performance della serata, le giovanissime inviate speciali "transumano" dal divano al letto e "buonanotte ai suonatori!“ e in questo anche ai cantanti.
Poi, sul palco, Fabrizio Moro, con una sanremese "Sei tu". Se l'aggettivo "sanremese" sia declinato in accezione positiva o negativa, lo lascio alla libera interpretazione.

Checco Zalone: terzo round e io vado a fare un giro per casa! Quando torno, trovo una Orietta Berti "O'Hara" in guanti da cucina. È lei la regina della moda! Mentre Ermal Meta canta dalla Costa Toscana, io, abbandonata dalle mie compagne d'avventura musicale, chatto con le amiche.

Ancora quattro canzoni in gara ed un sonno tremendo. Tananai con "Sesso occasionale" ripete la frase "non mi è mai piaciuta" nel ritornello ed in effetti, non mi piace, proprio! Con "Ovunque sarai" di Irama, inizia il countdown verso la fine. Confesso di non essere riuscita ad ascoltare Aka7even con "Perfetta così". Il ritornello orecchiabile di "Abbi cura di te" di Highsnob e Hu, invece, mi colpisce e mi rammarico del fatto che l'esibizione sia avvenuta quando è già per me troppa la stanchezza.

Ho resistito stoicamente al rito, combattendo una battaglia contro il sonno, ma è giunto il momento di firmare il trattato di pace con Morfeo. Avrei volentieri ascoltato Arisa e Malika Ayane, ospiti in chiusura di serata, ma mi dico che, per fortuna, c'è Raiplay e domani mattina al risveglio potrò recuperare ciò che ho perduto con questa mia defezione.

Ripeto per la seconda volta come un mantra "Domani è un altro giorno" e vado a dormire, mentre, nel breve tragitto tra la cucina e la stanza da letto sospiro: "E anche stasera non si è visto Beppe Vessicchio!"