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Il cardinale Bagnasco sempre incantato dal duomo: “Il suo fascino non cessa di stupire il mondo”

Un momento della celebrazione

Il presidente della Cei oggi a Monreale per il 750° anniversario della dedicazione del duomo a Maria Immacolata

MONREALE, 26 aprile – Con una solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, la Chiesa monrealese ha celebrato il 750° anniversario della Dedicazione del duomo normanno.

“L’Epifania” per un tempio cristiano, così l’ha definita l’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi, nel messaggio di ben venuto al cardinale Bagnasco. Gremito il duomo, fra i partecipanti anche il presidente della Regione Rosario Crocetta e l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il sindaco di Monreale Piero Capizzi e numerose altre autorità militari.
La presenza a Monreale del presidente dei vescovi italiani ha offerto l’opportunità di affrontare temi caldi, come l’immigrazione, la precarietà del lavoro e la nuova evangelizzazione dell’Europa. Per quel che riguarda le polemiche sulle Ong, secondo il cardinale bisogna stare attenti su eventuali abusi, come in qualsiasi altra circostanza”.

Bagnasco ha anche ricordato la piaga della disoccupazione giovanile e della precarietà, una flessibilità che se può avere un’accezione positiva nel mondo anglosassone, si trasforma in disaffezione verso il proprio datore di lavoro.
“L’Europa – ha aggiunto il presule sulla nuova evangelizzazione – ha bisogno della testimonianza della fede e dei cristiani, di quei valori di cui è portatore il Vangelo, che non sono valori confessionali, ma antropologici, incarnati nella figura di Gesù”.
Non è mancato il tema della bellezza del duomo, che Bagnasco ha avuto modo di apprezzare anche nelle precedenti visite: “Una bellezza che salva dalla bruttura e dalla decadenza, che è capacità di sintesi fra l’apporto da parte di diversi popoli”.

“Il fascino di questa chiesa – ha detto il cardinale nel corso dell’omelia – non cessa di stupire il mondo: entrare nella chiesa ed esserne rapiti è una cosa sola. L’istinto è quello di cadere in ginocchio non perché schiacciati, ma perché abbracciati da una sovraumana bellezza che sentiamo non essere nelle nostre mani, e che tuttavia avvertiamo come la nostra casa. Tutto parla del mistero di Dio e della sua maestà. La cultura oggi ha perso il senso del mistero di Dio, e così è diventata preda di segreti e misteri che, pur vuoti e ingannevoli, suggestionano. La storia testimonia che quando l’uomo si dichiara non credente diventa credulone, facile preda di ogni superstizione e bugia. Varcare la soglia di questa basilica è come entrare nell’anticamera del santuario, il cielo. Questo, però, sarebbe troppo poco se rimanesse fuori di noi, se le pietre, i colori, non entrassero nelle nostre anime”.

“Tutto l’apparato musivo – ha detto monsignor Pennisi - di questo nostro duomo è un inno alla misericordia divina: partendo dalla creazione, ci introduce nella storia della salvezza, che culmina nella liturgia celeste attorno al Cristo Pantocratore”.
Ai presenti sono anche state distribuite delle immagini, tratte dai mosaici, raffiguranti il Patrono della diocesi di Monreale, san Castrense, vescovo africano che trovò rifugio in Italia, come tanti migranti di oggi.”