Il contagio avanza, ma…

MONREALE, 9 gennaio – Occorrono ancora tanta pazienza e soprattutto tanta accortezza. Così come ci riferiscono gli esperti, il tanto temuto picco deve ancora arrivare, quindi è facile pensare come i numeri del contagio nei prossimi giorni possano crescere ancora.

La variante Omicron, in attesa dell’annunciata new entry “Deltacron” è di tutta evidenza, che abbia fatto “saltare il banco”, portando il livello di trasmissione dei casi verso dimensioni fuori controllo, forse nemmeno pronosticabili appena qualche settimana fa. Ecco perché la prudenza, il non abbassare la guardia e le piccole precauzioni devono essere il nostro pane quotidiano. Ancora per chissà quanto tempo, che ci piaccia o no, le nostre giornate saranno scandite da un quadro epidemiologico sconfortante, che le notizie che arrivano a 360 gradi certamente non contribuiscono a rendere più gradevole.

Eppure, scendendo al particolare del nostro territorio (consentiteci questa voglia di vedere un po’ più di rosa), non ci sentiamo degli alieni se pensiamo che non tutto sia nero, non tutto induca al pessimismo. Lo diciamo vedendo che, malgrado il rapido aumento dei casi di positività (80 nuovi casi subito dopo l’Epifania, che fanno salire il tetto a quota 300 circa contagi tracciati), altri centri a noi vicini viaggiano su numeri decisamente più preoccupanti: 123 a Bagheria, 115 a Termini Imerese, 143 a Villabate, 113 a Partinico. Mal comune mezzo gaudio? Assolutamente no. Appare lecito pensare, però, come l’efficace campagna vaccinale, che i numeri danno più capillare nel nostro territorio rispetto ad altri, probabilmente dia i suoi frutti. Ecco perché oggi, a maggior ragione oggi, assume ancora più importanza rispondere presente agli appuntamenti col vaccino, che – opportunamente – l’amministrazione comunale ripropone nei prossimi giorni.

Ciò non toglie che, parallelamente, debba prendere corpo un’attenta azione di screening, perché è dalla conoscenza del quadro che si ha davanti che deve partire l’attività di contrasto. Possibilmente partendo da un monitoraggio attento sulla popolazione scolastica, in vista della ripresa delle attività didattiche (in presenza o a distanza, si vedrà) che si ripresenteranno dopo la “melina” di tre giorni voluta dal governo regionale, che servirà a prendere tempo, ma, da sola, a poco altro, se non accompagnata dalla conoscenza esatta del fenomeno del contagio.
Frattanto, affidiamoci ancora alla scienza ed alle istituzioni. L’incubo non è finito e di strada da fare ce n’è ancora tanta.