Sanremo, un superlativo Fiorello-De Filippi e i protagonisti della seconda serata

fumetto di Salvino Caputo

Nella mia dimensione di opinionista, scrittore e cantautore non mi permetterei mai di scrivere pagelle o voti sui cantanti in gara al Festival di Sanremo, mi permetto di dare un consiglio a tutti quelli che danno voti e compilano pagelle: Esprimete liberamente il vostro giudizio estetico sulla canzone in gara nella grande kermesse sanremese ed esprimetevi con competenza di giudizio e valutazione secondo la vostra comprovata competenza in campo musicale o letterario.

In questa seconda serata del Festival, preferisco voltare pagina ed entrare nel cuore, nel background di un autore o di un cantante ed esprimere con competenza ed onestà la mia umile opinione sulla canzone in gara e sul suo interprete. Nelle more di questa mia premessa, osservo il superlativo Fiorello camuffato da Maria De Filippi, travestimento da scompisciarsi dalle risate. Tindaro Fiorello urla boccheggiando: Sono semplicemente Boris Johnson castrato, datemi una caramella! Inizia la gara canora con Gabriella Martinelli e Lula che cantano “Il Gigante d’Acciaio” sul dramma dell’Ilva, tentativo infruttuoso di attualizzare un dramma collettivo attraverso un testo che non centra il pathos né le prospettive di risanamento del colosso italiano dell’acciaio. Segue Fasma con la sua canzone “Per sentirmi Vivo”; consiglierei al giovane interprete di bere una sana aranciata Fanta e mutare il suo nickname in Fantasma del Rap. Seguono Marco Sentieri con “Dimmi Tu” e Matteo Faustini con “Nel Bene e Nel Male”. Inizia la gara dei Big: Sul palco arriva Piero Pelù ex Litfiba con “Il Gigante” un rock duro e annacquato da un testo mediocre che saltella sul pentagramma della scrittura come un calamaro in padella, ma Piero Pelù non teme il giudizio della giuria demoscopica.

E’ il turno di Elettra Lamborghini in Musica e Basta: Cara Elettra continua a tifare Milan e fottitene degli Haters, odiatori delle reti sociali. Alla fine del film, la musica scompare e ti ritroverai a metà classifica. Segue Enrico Nigiotti con Vattene Adesso; caro Enrico a 32 anni si scarnifica un testo e lo si guarnisce con riflessioni profonde, intrise di lirismo puro ed interrogativi esistenziali. Sabrina Salerno che invecchia alla grande, bona e corposa, presenta Levante e la sua canzone Tiki Bombom; preferisco senza alcuno sconto la Tequila Bum Bum e Sabrina Salerno. Tocca ai Pinguini Tattici Nucleari con la canzone Ringo Starr, una canzone godibile, di buona fattura poetica e legata al ricordo fantastico dei Beatles, della comicità e della satira essenziale. Segue Tosca, una grande professionista che vorrei incontrare tra cent’anni, in compagnia di Ron, Lucio Dalla e mio fratello Pino Daniele. La canzone di Tosca “Ho amato tutto” non è adatta a questa edizione del festival sanremese che seppellisce sentimenti, emozioni, amori, utopie e lenti d’ingrandimento sulle vere storie del nostro cuore e della cultura dei valori tradizionali.

Oggi è tempo di Rap, Trap, Quaquaraquismo, funzionali all’onanismo collettivo. E’ il turno di Francesco Gabbani con il brano Viceversa. Gabbani è uno tosto, inverosimilmente stratega del linguaggio della comunicazione di massa perché sa semplificare straordinariamente il suo mondo culturale e poetico. Secondo il mio piccolo punto di vista, la canzone di Gabbani “Viceversa” è la più bella canzone del Festival. Mi piacerebbe un duello finale tra Gabbani, Irene Grandi, Le Vibrazioni e Piero Pelù. A questo punto della mia incursione sanremese, mi taccio e ci vediamo domani.
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