Diventerò missionario, abbandonerò tutto e...

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
ci rattrista profondamente e ci commuove la notizia della scomparsa di Biagio Conte, una persona mite e coraggiosa, una figura di grande fede ed umanità, un testimone luminoso e credibile del Vangelo di Cristo.

Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che Fratel Biagio era un nostro concittadino essendo nato e cresciuto in via Adragna nella frazione di Aquino. Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente anche in occasione di un suo incontro con gli alunni della scuola Pietro Novelli, una circostanza che ha evidenziato la grande generosità delle famiglie monrealesi nei confronti del Centro di accoglienza “Speranza e Carità.”
E' rimasta indelebile nella mia memoria la sua visita al palazzo comunale nella primavera del 1992, periodo durante il quale ricoprivo la carica di sindaco. In quella circostanza mi fece dono di un prezioso volumetto che ancora conservo gelosamente, nel quale Biagio espone le ragioni della sua scelta di vita, le incredibili vicende vissute durante il suo lungo e pericoloso peregrinare a piedi durato poco meno di due anni, al fine di raggiungere Assisi, la città dove era vissuto San Francesco, una figura alla quale si era certamente ispirato.

Molto si è detto e molto di più potranno dire i biografi della sua umiltà, della sua semplicità, della sua sollecitudine missionaria, delle straordinarie opere realizzate e del bene che ha seminato, della sua testimonianza preziosissima nella Chiesa di oggi sempre più logorata da polemiche e contrapposizioni, dei suoi ripetuti e lunghi digiuni per richiamare l'attenzione dei governanti sulle esigenze dei poveri.

In questo mio breve contributo desidero riportare testualmente le sue dichiarazioni fatte alla fine del suo viaggio. “Oggi, 7 giugno 1991, io Biagio Conte ed il mio cane Libertà, abbiamo compiuto una missione per noi grande, partire da Palermo, anzi per la precisione da Aquino, una località a tre chilometri da Palermo, ed arrivare fino ad Assisi a piedi attraversando varie regioni d'Italia. Spiegarvi questo momento è difficile, ma la mia prima sensazione è stata quella di un'immensa gioia, serenità e pace che voglio trasmettere a tutti voi di vero cuore come se questa missione l'avessimo svolta tutti quanti insieme... Da questo momento inizierà un altro grande impegno, diventerò missionario, abbandonerò tutto e vivrò per gli emarginati con il loro dolore e le loro sofferenze; la mia missione sarà soprattutto svolta nel meridione d'Italia perché qui c'è tanto bisogno, comunque la forza e la voce del Signore non hanno limiti né confini; spero tanto nell'aiuto e nella comprensione di tutti quanti perché siamo in questo mondo proprio per amarci, rispettarci ed aiutarci l'uno con l'altro”.

E' stata una missione straordinariamente efficace quella di Biagio Conte, un uomo con i sandali ed il saio che ha fatto della donazione di sé la regola di vita, una missione che non avrà fine con la sua scomparsa perché la sua eredità spirituale resterà come lezione di vita per tutti noi.