Domani Monreale ricorda il capitano Emanuele Basile nel 37° anniversario del suo eccidio

Il capitano dei carabinieri, Emanuele Basile

Consueta cerimonia alle ore 11 a piazza Canale, alla presenza delle autorità

MONREALE, 3 maggio – Dopo 37 anni il ricordo è ancora vivo. Ricorre domani, infatti, il trentasettesimo anniversario dell'omicidio del capitano dei carabinieri Emanuele Basile, assassinato da Cosa Nostra la notte del 4 maggio del 1980.

Alle 11, a piazza Canale, luogo del delitto, per ricordare la figura dell'ufficiale che comandava la compagnia di Monreale, l'Arma dei carabinieri, di concerto con l'amministrazione comunale, terrà una breve cerimonia di commemorazione, durante la quale sarà deposta una corona di fiori, alla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose.

Il capitano Emanuele Basile, comandante della Compagnia dei carabinieri di Monreale e strettissimo collaboratore del giudice istruttore Paolo Borsellino, era un giovane di nemmeno 31 anni quando venne barbaramente assassinato. Quel giorno era un giorno di festa a Monreale.Si tributavano gli onori al Santissimo Crocifisso, Patrono della città. Dopo aver partecipato ad un ricevimento che il Comune aveva dato al Palazzo di Città, seguito dalla processione per il tradizionale omaggio della cittadinanza al simulacro di Cristo in Croce, verso le due di notte il capitano Basile, in compagnia della moglie Silvana e della figlia, in attesa dei fuochi d’artificio, percorreva la via Pietro Novelli. Di lì a poco, però, gli unici spari che si udirono, purtroppo, furono quelli di un'arma da fuoco. L’ufficiale venne colpito alla schiena, mentre teneva in braccio la figlioletta Barbara, che allora aveva appena quattro anni.

Gli assassini si erano confusi tra la folla, aspettando l'arrivo della vittima a piazza Canale. Sapevano con certezza che l'ufficiale sarebbe passato da lì. Spararono numerosi colpi fra la gente, diretti al capitano. La moglie sfuggì all'agguato per miracolo: fu salvata dall'agendina d'argento conservata nella sua borsa. Dopo aver cercato di rianimare il consorte, non potè fare altro che raccogliere la figlioletta tramortita, con la manina sporca di polvere da sparo. Il capitano Basile venne trasportato in un ospedale palermitano, dove i medici nel tetntativo disperato di salvargli la vita lo sottoposero d'urgenza ad un delicato intervento chirurgico. Morì nel corso dell'operazione, lasciando nel dolore la famiglia e lo stesso Borsellino, corso in ospedale.

Ad uccidere l'ufficiale ci pensò un commando composto da Vincenzo Puccio (poi assassinato nel carcere dell'Ucciardone a colpi di bistecchiera), Armando Bonanno (successivamente «inghiottito» dalla lupara bianca) e Giuseppe Madonia, della «famiglia» di Resuttana. A fornire il supporto logistico, invece, fu Giovanni Brusca, così come egli stesso ammise.

Monreale ricorda il capitano Basile anche nella toponomastica cittadina con l'intitolazione di una piazza adiacente la via Venero, del liceo classico e della villa comunale, dedicata pure al capitano Mario D'Aleo, suo successore al comando della compagnia dei carabinieri di Monreale, che da Cosa Nostra fu assassinato il 13 giugno del 1983 nell'agguato di via Scobar.