Castrenze Di Bella, filantropo monrealese, benefattore dei monteleprini

Il capitano dei carabinieri, Emanuele Basile

A lui è intitolato il corso principale del paese

MONREALE, 14 maggio – Molti sono i monrealesi illustri ricordati ed apprezzati dai loro concittadini per le benemerenze acquisite nei più svariati ambiti. Tuttavia, ce ne sono alcuni che nella loro città di origine sono praticamente dimenticati, se non del tutto sconosciuti: fra questi, va annoverato senz’altro il filantropo Castrenze Di Bella, vissuto nel 18° secolo.

Nato il 5 febbraio del 1738, quando era ancora in giovane età si allontanò dalla natia Monreale, senza aver seguito alcun corso di studi (rimase infatti analfabeta), per trasferirsi inizialmente a Partinico ed in altri centri del Palermitano, scegliendo infine di stabilirsi in via definitiva a Montelepre. Questo singolare girovagare, secondo quanto riportano le fonti dell’epoca, era essenzialmente dovuto al suo carattere inquieto e particolarmente estroverso.

Nella cittadina divenuta poi celebre per le “gesta” del famigerato bandito Salvatore Giuliano, ebbe modo di conoscere Giuseppina Galluzzo Purpura, della quale si innamorò: ma il loro amore fu contrastato con fermezza dalla famiglia della ragazza, indisponibile ad acconsentire al loro matrimonio, in quanto la posizione economica del giovane Di Bella era tutt’altro che florida.
La loro storia d’amore comunque, benché fortemente osteggiata, ebbe un lieto fine: grazie ad una “provvidenziale fuitina” i due, infatti, riuscirono a sposarsi.

Alla morte del benestante suocero, Castrenze Di Bella ne ereditò gli ingenti beni e si ritrovò nelle condizioni di poter avviare una redditizia attività bancaria, che nel giro di pochi anni, grazie anche alla collaborazione ed all’intraprendenza del fratello Giovan Battista, gli consentì di accumulare cospicue risorse.
Non ebbe figli ed alcuni mesi prima del suo decesso (avvenuto il 5 novembre del 1797, quando non aveva ancora compiuto 60 anni) stabilì, tramite testamento, di lasciare tutti i propri averi e beni alla comunità monteleprina, con l’espressa indicazione di destinarli alla realizzazione di “pie opere”; i suoi resti mortali furono tumulati all’interno della chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, che lo stesso Di Bella con generose donazioni aveva contribuito ad abbellire ed ampliare.

Il 12 marzo dell’anno successivo venne a mancare la moglie, alla quale era rimasto l’usufrutto dei suoi averi: da quel momento fu possibile avviare, beneficiando dei sostanziosi lasciti divenuti pienamente disponibili, la costruzione sia del Monte di Prestamo (o di Pietà), che del Collegio di Maria e dei Preti, nonché dell’Ospedale Civico, edificato nella periferia nord del centro abitato e rimasto in attività sino agli anni ‘50 del secolo scorso.
A distanza di circa due anni dalla sua scomparsa, il sovrano Ferdinando IV di Borbone fece collocare sul prospetto dell’abitazione del munifico benefattore monrealese una targa marmorea commemorativa; a Castrenze Di Bella, inoltre, è stato intitolato il corso principale di Montelepre (nella foto), il cui tracciato risale al 1778.