39 anni fa come domani veniva assassinato a piazza Canale. Domattina tradizionale commemorazione
MONREALE, 3 maggio – Non aveva compiuto nemmeno 31 quando Cosa Nostra decise di farlo fuori. Sono ancora in tanti, malgrado siano trascorsi ormai 39 anni, a ricordare il valore del capitano dei carabinieri Emanuele Basile, assassinato a piazza Canale la notte del 4 maggio 1980.
Di lui ancora tanti hanno ben impressi nella memoria i valori che lui propugnava e per i quali si batteva: il senso dello Stato, la sua famiglia, l’impegno nel contrasto di Cosa Nostra. Proprio per quest'ultimo aspetto la sua vita fu breve: era stato fra i primi a comprendere la portata del'intromissione del clan dei corleonesi nei traffici illeciti della mafia. Una "colpa" ritenuta grave dai vertici della cupola, per la quale l'ufficiale, al comando della Compagnia di Monreale, doveva pagare il prezzo più alto.
L'omicidio di Emanuele Basile, ricostruito successivamente nel corso della lunga storia processuale, fu ordito da un commando composto da Vincenzo Puccio (poi assassinato nel carcere dell'Ucciardone a colpi di bistecchiera), Armando Bonanno (successivamente "inghiottito" dalla lupara bianca) e Giuseppe Madonia, della "famiglia" di Resuttana. A fornire il supporto logistico, invece, fu Giovanni Brusca, così come egli stesso ammise. I tre killer furono prima bloccati, poi rilasciati. Ci vollero ben sette processi perché fossero condannati definitivamente all'ergastolo, assieme ai boss della commissione di Cosa Nostra.
Il commando che eliminò il capitano Basile entro in azione poco dopo la mezzanotte. Basile stava tornando a casa assieme alla moglie ed alla figlioletta Barbara che allora aveva quattro anni. Era reduce dal ricevimento che il Comune aveva dato a Palazzo di Città in occasione dei festeggiamenti del Santissimo Crocifisso. Gli assassini si erano confusi tra la folla, aspettando l'arrivo della vittima a piazza Canale. Sapevano con certezza che l'ufficiale sarebbe passato da lì. Spararono numerosi colpi fra la folla, diretti al capitano.
La moglie sfuggì all'agguato per miracolo: fu salvata dall'agendina d'argento conservata nella sua borsa. La figlioletta Barbara, nell’estremo atto di eroismo dell’ufficiale, fu salvata perché il papà, che la teneva in braccio, le fece scudo col suo corpo. Domani, come ogni 4 maggio, il capitano Basile sarà commemorato alle 11 a piazza Canale, dove una corona d'alloro verrà apposta sulla lapide che ne ricorda il sacrificio. Alla breve cerimonia saranno presenti diverse autorità civili, militari e religiose.