Condannato per ingiuria e diffamazione, assolto in Cassazione

Si conclude una lunga vicenda giudiziaria che ha riguardato il monrealese Castrense Ganci

ROMA, 8 giugno – Nel 2017 era stato condannato dal Giudice di Pace ad una pena pecuniaria per ingiuria e diffamazione, pena confermata poi in sede di appello. Adesso, Castrense Ganci, 63 anni, commissario capo del Comando di Polizia Municipale di Monreale, è stato assolto in Cassazione.

Decisiva, ai fini dell’esito del processo, la remissione di querela della controparte, da lui accettata, grazie alla quale la suprema Corte ha deciso di assolvere il monrealese.
La vicenda trae origine nel 2014, quando Ganci, allora comandante del corpo di Polizia Municipale di Patti, provincia di Messina, al termine di un alterco con alcuni dei suoi sottoposti, era stato querelato per ingiuria e diffamazione, venendo condannato ad una pena pecuniaria a titolo di risarcimento, nei confronti degli “offesi”. Stessa sorte gli era capitata poi nel giudizio di secondo grado, al termine del quale, però, nella convinzione delle proprie ragioni, aveva deciso di ricorrere in Cassazione, assistito dall’avvocato Carmelo Occhiuto di Brolo, dove adesso la quinta sezione penale, presieduta da Grazia Miccoli, ha annullato la sentenza di appello, senza rinvio.

“Forte della coscienza della mia innocenza – ha affermato Ganci – ho deciso di ricorrere finanche in Cassazione.Poi, pochi giorni prima dell'udienza a Roma la richiesta da parte dei querelanti, di accettare la loro remissione di querela.
Non posso dimenticare, però – ha concluso – quanti hanno cercato di sfruttare la vicenda gettando fango per ostacolare il mio impegno per meglio servire la collettività da una posizione degna della preparazione, della carriera e dello studio”.