San Giuseppe Jato, revoca del finanziamento per il palazzetto dello sport?

(foto Leas)

Per la Ragioneria territoriale dello Stato c'è il rischio di danno erariale

SAN GIUSEPPE JATO, 9 dicembre – C’è il rischio di un danno erariale: la Ragioneria territoriale dello Stato propone la revoca del finanziamento per il palazzetto dello sport e della piscina. L’opera, finanziata nel 2005 con sei milioni e 150 mila euro, presenta “un anomalo andamento dei lavori”. Di qui la proposta di “recupero delle somme ancora nelle disponibilità del Comune a tutela degli interessi erariali”.

La tegola, firmata dal direttore Michele Mario Branciforte, è arrivata negli uffici comunali nelle scorse settimane, ma è stata resa nota solo ieri, quando il Comune, per correre ai ripari, ha conferito un incarico ad un legale. La proposta di revoca è stata già inviata al Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.
“I lavori fin qui eseguiti – si legge nella nota degli uffici palermitani del Ministero dell’Economia e delle Finanze – riguardano solamente la struttura delle fondamenta dell’opera pubblica per la quale non è stato possibile potere effettuare il relativo collaudo”. Le somme spese finora ammonterebbero ad 1 milione e 785 mila euro. I funzionari ministeriali di Piazza Marina hanno evidenziato “la completa inerzia sia della stazione appaltante sia dell’impresa aggiudicataria, che in maniera unilaterale ha sospeso i lavori”. L’attività istruttoria della Ragioneria territoriale aveva preso il via nel 2013 con un monitoraggio dei lavori e con successive richieste di documenti. A febbraio, dopo un lungo carteggio, il Comune era stata autorizzato a trattenere il finanziamento. Ma a giugno, l’impossibilità di collaudare le opere, ha fatto scattare la proposta di revoca.

Nei mesi scorsi la documentazione dei lavori era già finita in Procura per “problemi tecnici e anomalie contabili”. Ad inviare gli atti era stato il sindaco Davide Licari, dopo la relazione consegnata dall’ingegnere Fiorella Scalia. Nelle dieci pagine scritte dall’ex responsabile dei Lavori pubblici si evidenziavano, infatti, spese tecniche non supportate da motivazioni concrete, sovrapposizioni di incarichi e opere difficilmente collaudabili. Il cantiere aveva preso il via nel marzo del 2011, ma è in abbandono dal gennaio del 2014. Tre le ditte che, con due diverse cessioni di ramo d’azienda, si sono finora susseguite nei lavori: “Costruzioni Pozzobon”, “Bosco Aldo”, entrambe di Acireale, e “Sikelia costruzioni” di Santa Venerina. Alle imprese sono stati finora pagati complessivamente 1 milione e 628 mila euro. Un altro milione è stato invece impegnato per spese tecniche tra incarichi esterni ed interni al Comune. Per i quali sono già state liquidate parcelle per circa 800 mila euro. In pratica è già stato speso oltre il 40% delle somme, ma sono state realizzare soltanto opere di sbancamento, la fondazione della piscina ed una paratia.

L’opera, finanziata nel 2005 e aggiudicata con un ribasso del 38,70%, prevede la realizzazione di un impianto sportivo in contrada Mortilli. Il cantiere ha preso però il via solo nel 2011 a causa di una lunga querelle giudiziaria che vide imputati il progettista, l’ex sindaco ed il responsabile dell’ufficio tecnico, accusati di abuso d’ufficio, ma assolti nell’ottobre del 2010 con formula piena. Chiusa la lunga parentesi giudiziaria, venne firmato il contratto d’appalto. Ma i lavori fin qui si sono svolti a rilento. Ed il Comune, per non sforare il patto di stabilità, ha spalmato nel tempo i pagamenti. Su l’opera pesa inoltre la richiesta di risoluzione del contratto presentata nei mesi scorsi dalla ditta “Sikelia, che ha anche chiesto 1 milione di euro.

 (fonte e foto: vallejatonews.it)