Casaboli, fiamme circoscritte, ma restano ancora due punti di rischio

A breve, frattanto, entreranno in funzione le guardie Nazionali Ambientali

MONREALE, 4 agosto – Dopo due giorni di vero e proprio inferno, oggi, fortunatamente, il terribile incendio che ha devastato il bosco di Casaboli, può considerarsi circoscritto. Il rogo non è stato spento del tutto, poiché sono in corso ancora le operazioni di bonifica, ma agisce su un’area dalla quale, dicono gli addetti ai lavori, non dovrebbe allargarsi ulteriormente.

Il condizionale, però, è d’obbligo: ecco perché la soglia di attenzione dei Forestali è ancora massima ed il pericolo-riprese è sempre dietro l’angolo. A destare ancora qualche forte preoccupazione sono le zone di Portella Bianca e della Cresta, nelle quali i roghi potrebbero tornare attivi.
Frattanto il bilancio parla di 450 ettari bruciati, più o meno come avvenuto dieci anni fa. In un decennio la natura aveva provveduto a ricostruire una bellissima rea boscata che i criminali hanno nuovamente mandato al patibolo.

Nei prossimi giorni, frattanto, per un più efficace controllo del territorio, entreranno in funzione pure una decina di uomini appartenenti ai volontari delle Guardie Nazionali Ambientali (nella foto), coordinati dal responsabile Rosario Ferreri, considerato che a Monreale ha sede il comando provinciale. Sarà un contenuto ulteriore ad una vigilanza che, come testimoniano i risultati di questi giorni, non è mai abbastanza.
E proprio sulla questione vigilanza e soprattutto sulle modalità di intervento si fa sentire ancora Salvino Caputo, di “Noi con Salvini”.
“Sarebbero bastati due lanci al momento dell'insorgere dei primi fuochi – ha detto – per evitare il disastro economico ed ambientale e la distruzione del bosco di Casaboli. Hanno pesato inefficenze, ritardi e la disarticolazione del dipartimenti regionali della Protezione civile e della Forestale. E' indispensabile a questo punto che vengano individuate cause e responsabilità. Ho chiesto infatti che il Ministero dell'Ambiente avvii una indagine".

"Mezzi guasti ritardi negli interventi aerei, il lago di Casaboli inattivo, operai forestali privi di attrezzature, caos negli interventi, sono tra le cause principali che hanno favorito la distruzione di Casaboli. Non basta il sacrificio di operai forestali, l'impegno di carabinieri, guardie forestali e protezione civile, quando manca ogni forma di coordinamento e di interventi. La verità è che l'inefficienza del Governo Crocetta ha distrutto ogni forma organizzativa di un settore che fino ad ieri era all'avanguardia nel settore della prevenzione degli incendi. Adesso - ha concluso Caputo - bisogna programmare interventi per evitare il dissesto idrogeologico dell’intera frazione di Pioppo , attraverso interventi di consolidamento e piantumazione".