La “telenovela” Franco Martorana: diffida il comune e chiede l’intervento del Prefetto

Franco Martorana

“Ho chiesto al mio avvocato di valutare se vi siano comportamenti penalmente rilevanti”

MONREALE, 23 ottobre “Credo che il mio sia l’unico caso in Italia che, nonostante una sentenza del Tribunale e un’ordinanza della Corte di Appello, entrambe immediatamente esecutive, che affermano il mio diritto ad ottenere la retribuzione equivalente al livello posseduto e alle mansioni esercitate, il Comune di Monreale continua a partorire delibere su delibere, pur di non ottemperare ai provvedimenti giudiziari”.

E’ quello che afferma Franco Martorana che questa mattina con l’assistenza dell’avvocato Salvino Caputo ha depositato al protocollo comunale un atto di diffida e messa in mora, rappresentando tutte le ingiustizie che sta affrontando anche al Prefetto di Palermo.
“Hanno anche inviato al ministero un calcolo retributivo difforme da quello a me spettante – dice ancora l’ex dipendente di Comune ed Ato rifiuti –. Non volevo arrivare a questo punto, ma dopo tre atti di messa in mora e decine di riunioni, ho diffidato il Comune di Monreale, chiedendo anche l’intervento del Prefetto. Ma ho il dovere di garantire la sicurezza della mia famiglia e i miei diritti di lavoratore.

 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso – aggiuge Martorana – e’ stato l’invito che mi e’ stato rivolto a sottoscrivere un nuovo contratto, diverso da quello che ho firmato prima, con il quale mi venivano decurtati quasi 600 euro. Io non so se questo comportamento da parte dell’amministrazione e di alcuni uffici sia regolare e legittimo, ed e’ per questo che ho chiesto al mio difensore, in caso di ulteriore inattività del Comune di trasmettere delibere comunali, contratti, missive e corrispondenza alla Procura della Repubblica, ivi compresi i due provvedimenti giudiziari, per valutare se ad oggi vi siano fattispecie di reati.
Credo che – conclude Martorana – un’amministrazione che nel territorio rappresenta lo Stato, a fronte di due sentenze che riconoscono i miei diritti, non possa continuare a restare inattiva producendo tonnellate di carte per vanificare i miei diritti”.