Quando scoppiò l’incendio nel duomo di Monreale

Successe nel 1811, la cattedrale rimase scoperta fino al 1816

MONREALE, 16 aprile – L’incendio di Notre Dame di Parigi richiama alla memoria storica quello del duomo di Monreale. Quando la copertura era andata parzialmente distrutta nel rogo sviluppatosi l’11 novembre 1811 che lasciò la cattedrale a cielo aperto fino al 1816 .

Del tetto che copriva la zona del santuario non rimase nulla: quanto venne risparmiato dal fuoco non si salvò dal crollo. L’arco trionfale fece da tagliafuoco ed i tetti delle tre navi rimasero intatti, ma vennero ugualmente dismessi ed interamente ricostruiti in quella occasione. I lavori terminarono nell’ottobre 1837. Il tetto andato distrutto nell’incendio del 1811, la copertura della intera area del santuario era stata “rifatta” circa mezzo secolo prima per garantire il tempio dalle intemperie, non mai per ricondurlo all’antico disegno. Tuttavia quando nel 1807 un fulmine aveva devastato la guglia della torre meridionale ,causando anche lesioni nel corpo della torre e si procedette ad una revisione dell’intera fabbrica, fu rilevato, insieme ad una preoccupante fessurazione nel fianco destro dell’arco maggiore del coro, che i tetti erano già “logori per l’azione del tempo e del tarlo“ e minacciavano imminenti rovine.

Il Re Ferdinando IV era in quel tempo riparato in Sicilia per i noti eventi politici e volle esaminare di persona lo stato della cattedrale di Monreale. I tetti che erano al rustico e cioè privi di soffittatura, vennero puntellati, la torre meridionale fu alleggerita di un piano e cintata con catene di ferro. Poco più tardi, 1809 , mastro Sebastiano Zerbo, monrealese, intervenne nell’arco maggiore del coro tagliandolo “coraggiosamente “ nel fianco ed innestandovi nuovi massi di tufo calcare con tale precisione di operazione che i grandi mastri ne meravigliarono . Subito dopo si rifece di rustico tutto il tetto ,1809 ,del Santuario (coro ,ali del transetto, Bemo) tutto per intero con legno di castagno; mentre si mise mano a restaurare il tetto delle tre navi ed i mosaici. Il etto di castagno del Santuario durò meno di tre anni perché crollò come si è detto nell’incendio del 1811.
Furono necessari cinque anni per il reperimento dei fondi necessari alla ricostruzione ,per tutto questo tempo la salea ( il santuario ) rimase a cielo aperto. Si provvide ad innalzare u muro “promodale” (provvisionale) ,sotto lo arco trionfale e vi si addossò un altare per il culto che continuò a svolgersi nella sala nave centrale ; altre per opere di protezione provvisoria furono eseguiti sopra gli spessori dei muri per proteggerli dalle infiltrazioni di acqua meteorica ed intorno alle pareti musive per proteggerlo da ulteriori danni. La manutenzione ,ordinaria e straordinaria ,della Cattedrale era assicurata fin dalla fondazione attraverso le assegnazioni di fondi e di rendite che Guglielmo II aveva decretato in favore dell’Arcivescovado di Monreale che ne fecero una delle signorie più cospicue del regno per molti secoli.