Recintare i propri immobili: scatta l’ordinanza del sindaco per contrastarne il degrado e l'occupazione

Previste multe da 300 euro per i trasgressori

MONREALE, 17 luglio – Per evitare che i terreni abbandonati lasciati al “libero accesso” delle persone possano diventare irregolarmente luogo di ritrovo di persone dedite ad attività illecite o senza fissa dimora, il sindaco, Alberto Arcidiacono, nella qualità di Ufficiale del Governo, ha siglato un’ordinanza che impone a tutti i proprietari di edifici ed altre costruzioni e terreni di qualsivoglia destinazione urbanistica, di provvedere, alla idonea recinzione sulle aree di pertinenza perimetrali con i materiali più opportuni in relazione ai luoghi ed alle vigenti disposizioni edilizie, per evitarne la diretta accessibilità.

Ciò nel rispetto delle competenze statali e in seguito alla nota trasmessa dalla Prefettura di Palermo, che ha per oggetto “Prevenzione e occupazione abusiva degli immobili”. Sulla base di questa disposizione i proprietari sono tenuti a vigilare con la cadenza più opportuna e comunque non superiore ai quindici giorni, avvalendosi di strumentazione tecnologica idonea o di prestazioni professionali di vigilanza privata, che le opere così realizzate non vengano rimosse, rese inservibili od altrimenti violate, provvedendo in ogni caso al loro ripristino ed informando il Comando di Polizia Locale per quanto di competenza. I proprietari sono tenuti inoltre, a comunicare, in caso di occupazione abusiva, per ogni immobile l’ubicazione, lo stato giuridico, nonché ogni altro elemento che possa rivelarsi utile ai fini del contrasto dell’occupazione illecita di immobili.

L’amministrazione comunale puo’ disporre, ulteriori provvedimenti d’urgenza. E’ fatta salva inoltre facoltà dell’amministrazione comunale di valutare, l’emissione di ordinanze per dichiarare l’inagibilità dell’immobile. Per coloro che non rispetteranno l’ordinanza il Comando di Polizia Municipale procederà all’applicazione della sanzione amministrativa stabilita dalla legge 24 novembre 1981, numero 689 con previsione del pagamento in misura ridotta di 300 euro.